Gaza da sola ha registrato il 39% delle vittime civili
Roma, 30 gen. (askanews) – Il primo febbraio si celebra la Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo. Il dato fornito dall’Associazione Nazionale Vittime Civili nel mondo è impressionate: le vittime civili dei conflitti in corso sono il 67% in più ispetto all’anno precedente. Comuni, Regioni ed istituzioni si illuminano di blu per chiedere il rispetto del diritto internazionale umanitario
Il 1° febbraio si celebra la Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo, istituita con la Legge 25 gennaio 2017 n. 9. Una ricorrenza che ha lo scopo di commemorare le vittime civili di tutte le guerre e di sensibilizzare sull’impatto umanitario dei conflitti di oggi sulle popolazioni coinvolte. Giunta alla sua ottava edizione, la Giornata vede, di anno in anno, la crescente partecipazione dei Comuni italiani, grazie al protocollo d’intesa siglato tra ANCI e l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra. Nella sera del 1° febbraio i municipi e i monumenti di oltre 300 Comuni si illumineranno di blu aderendo, con questo gesto simbolico, alla campagna “Stop alle bombe sui civili”. L’iniziativa coinvolge anche le istituzioni centrali, tra cui Palazzo Chigi, Camera, Senato e i principali Ministeri, e dall’edizione precedente anche numerose Regioni.
Michele Vigne, Presidente Nazionale dell’ANVCG e vittima civile di guerra, ha dichiarato: “Le vittime civili di guerra italiane chiedono incessantemente il rispetto del diritto internazionale umanitario affinché, con la sua reale applicazione, possa svolgere la funzione per cui è stato concepito: evitare la sofferenza delle popolazioni civili durante i conflitti”. Vigne ha proseguito, evidenziando il tragico aumento delle vittime civili: “Nel 2024 le vittime civili causate da armi esplosive sono aumentate del 67% rispetto all’anno precedente, una crescita vertiginosa che ci impone di pretendere il reale rispetto ed applicazione del diritto internazionale affinché si proteggano le vite, le case, le scuole e gli ospedali.” L’aumento delle vittime civili nel 2024 La situazione globale è drammatica: l’uso delle armi esplosive nelle aree popolate in guerra ha causato un aumento del 67% delle vittime civili nel 2024 rispetto al 2023, con un totale di 61.353 morti e feriti. I civili uccisi sono aumentati del 51%, passando da 16.635 nel 2023 a 25.116 nel 2024, mentre i feriti sono aumentati dell’81%, da 20.005 a 36.237. Le statistiche mostrano che gli attacchi aerei, che causano il 64% delle vittime civili, sono aumentati del 104% rispetto all’anno precedente. In particolare, l’uso di bombe sganciate via aerea ha registrato un aumento del 355%, soprattutto in Ucraina e Myanmar. Negli ultimi dieci anni, la letalità degli attacchi aerei è aumentata in modo vertiginoso, con un incremento del 1.143% delle vittime civili causate da questi bombardamenti.
Paesi più colpiti e l’impatto globale Nel 2024, ci sono state 31 le guerre e almeno 23 situazioni di crisi. Le armi esplosive hanno colpito 69 Paesi nelle aree popolate. Gaza ha registrato da sola il 39% del totale delle vittime civili a livello globale nel 2024, seguita dall’Ucraina, dal Libano, dal Sudan e dal Myanmar.
L’evento di celebrazione a Palazzo Vecchio Le celebrazioni ufficiali della Giornata si terranno il 31 gennaio alle 10.30 a Palazzo Vecchio a Firenze. Sul palco del salone dei Cinquecento si terrà la premiazione dei vincitori del concorso scolastico nazionale in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, intitolato: “1945: la guerra è finita! Le gravose eredità che guerre e conflitti lasciano alla popolazione civile”, a cui hanno partecipato oltre 1100 studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado da tutta Italia.
Saranno inoltre presentate le iniziative con Anci e la tredicesima edizione dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, annuario aggiornato delle guerre contemporanee, cui l’ANVCG collabora attraverso “L’Osservatorio”, il proprio centro di ricerca internazionale sulle vittime civili dei conflitti.