L’esperienza di New York nella trasformazione del waterfront rappresenta un modello inclusivo e collaborativo che potrebbe offrire preziosi spunti per il lungomare di Napoli e la sua costa metropolitana.
Durante un incontro organizzato dall’Istituto per le Tecnologie della Costruzione del Consiglio Nazionale delle Ricerche nella sala conferenze dell’Acen, esperti e rappresentanti delle istituzioni si sono confrontati sulle prospettive di sviluppo di quest’area strategica per la città partenopea.
Massimo Clemente (nella foto in alto con Angelo Lancellotti e Andrea Annunziata), direttore dell’Itc-Cnr, ha sottolineato l’importanza di adottare un approccio ispirato al modello newyorkese, caratterizzato da collaborazione tra soggetti pubblici, privati, enti locali e istituzioni portuali.
“Ognuno deve cedere un pezzetto del proprio interesse per favorire una strategia vincente per tutti”, ha dichiarato Clemente. L’esperienza americana, ha aggiunto, mostra come una visione condivisa possa portare a risultati straordinari.
Clemente ha inoltre evidenziato la necessità di garantire una “continuità della costa” dal punto di vista ambientale, urbano e sociale, bilanciando lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale.
“Il mare può tornare a bagnare Napoli solo se si adotta una visione integrata e condivisa tra tutti gli attori coinvolti”, ha affermato lo studioso.
Angelo Lancellotti, presidente dell’Associazione Costruttori Edili di Napoli, ha ribadito l’importanza di fare rete e considerare la linea di costa come una risorsa integrata nella vita cittadina.
“I progetti devono coinvolgere le comunità locali e non limitarsi solo a interventi turistici”, ha spiegato Lancellotti, evidenziando la necessità di bonificare e valorizzare zone costiere ancora inaccessibili, come Licola e l’area orientale.
Andrea Annunziata, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, ha evidenziato l’assenza di un piano regolatore portuale aggiornato dal 1958. “La città e la regione hanno bisogno di una pianificazione moderna che metta in relazione porto e territorio”, ha dichiarato.
In collegamento da New York, Tom Fox, autore di un volume sulla trasformazione del waterfront newyorkese, ha raccontato come Manhattan sia riuscita a reinventare il proprio rapporto con il mare.
“Non dobbiamo inventare nulla”, ha concluso Annunziata, “abbiamo una storia importante da valorizzare e rendere ancora più bella e accessibile”.
L’incontro ha lasciato emergere una visione chiara: Napoli ha tutte le risorse per ispirarsi alle migliori esperienze internazionali, mantenendo però viva la sua identità unica e valorizzando il contributo di tutte le parti coinvolte.
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