Battista: passaggio importante per neutralità climatica
Roma, 30 gen. (askanews) – “Quella dei crediti di carbonio agroforestali è una partita fondamentale sulla quale si giocherà buona parte dello sviluppo dell’agricoltura; una partita che sarà determinante anche per il contributo che il Primario può dare alla transizione ecologica”. Così in una nota il presidente della Copagri Tommaso Battista, ad avviso del quale “è fondamentale accelerare con l’adozione delle linee guida per il settore agroforestale, così da rendere rapidamente operativo il Registro pubblico dei crediti di carbonio.
“Basti pensare che il mercato dei carbon credit volontari, realtà ormai consolidata e punto di riferimento per le contrattazioni delle aziende che intendono procedere volontariamente alla compensazione delle emissioni, ha superato a livello globale i 2 miliardi di dollari in valore, con un significativo incremento rispetto agli ultimi anni”, fa notare il presidente della Copagri, ricordando che “il potenziamento delle attività di assorbimento del carbonio, ovvero la capacità delle colture e del sistema agroforestale nel suo complesso di immagazzinare un gas clima-alterante come la CO2, oltre ad avere sensibili ripercussioni positive in termini ambientali, può contribuire alla diversificazione del reddito degli agricoltori”.
“Si tratta, inoltre, di uno dei tanti passaggi obbligati per puntare al raggiungimento della tanto decantata neutralità climatica entro il 2050, che passa dall’incombente obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030”, rimarca Battista, spiegando che “i carbon credit possono essere uno strumento fondamentale per contenere i gas clima-alteranti e per compensare le emissioni di anidride carbonica”.
Per questo motico secondo la Copagri “non si possono sottacere le grandi potenzialità legate a questa partita, che passano dal Registro pubblico dei crediti di carbonio generati su base volontaria dal settore agroforestale, istituito con il DL 13/2023, ma ancora in attesa delle necessarie linee guida”.
“I produttori agricoli chiedono di poter svolgere le attività aggiuntive di sequestro di carbonio in un quadro normativo chiaro e certo, sia con riferimento alle metodologie che ai sistemi di certificazione, in modo tale da evitare il rischio di ‘assorbimenti inaffidabili’ e così da poter lavorare allo sviluppo di progettualità efficaci e in grado di costituire una significativa fonte di diversificazione del reddito”, conclude Battista.