A trainare l’agricoltura è l’export, report di Confagri Verona
Roma, 30 gen. (askanews) – Agroalimentare veronese in crescita nel 2025, confermandosi non solo leader in Veneto per valore aggiunto, ma anche nella top cinque delle province italiane. Dopo la crescita del 2024 (+8,7%), le stime per il nuovo anno indicano infatti un’ulteriore accelerata del +1,7%, in controtendenza rispetto al Veneto che potrebbe frenare (-0,1%) a causa della decrescita di alcune province: -3,6% di Treviso e -3,7% di Venezia.
Sono i dati più rilevanti che emergono dal primo report 2025 “Economia, agricoltura e agroalimentare” di Confagricoltura Verona, realizzato in collaborazione con l’Ufficio Studi CGIA di Mestre, presentato oggi a Fieragricola Tech a Verona e diventato un appuntamento annuale molto atteso dagli addetti ai lavori.
Dalle prime proiezioni, Verona crescerà meno rispetto al 2024, ma manterrà comunque una buona progressione rispetto al già considerevole dato di 1,078 miliardi di euro di valore aggiunto, equivalente al 30% del totale regionale. Sarà sempre prima anche in termini di unità di lavoro, anche se, rispetto al 2024, si assisterà ad una flessione del 4,8%, passando da 26.900 al 25.600 unità di lavoro. Tuttavia, Verona rimane la provincia con il numero più elevato di lavoratori in agricoltura, corrispondenti a quasi il 30% degli occupati del comparto in Veneto.
A trainare l’agricoltura scaligera sarà, come sempre, l’export agroalimentare, che dal 2007 al 2023 è più che raddoppiato passando da 1,6 miliardi a 4,3 miliardi (+ 164%). Le esportazioni del comparto costituiscono quasi un terzo (28%) dell’export complessivo veronese (15,3 miliardi), consentendo alla provincia scaligera di mantenere il gradino più alto del podio rispetto alle altre province italiane, rafforzando la supremazia davanti a Cuneo e Milano. I vini sono i prodotti agricoli più esportati, seguiti dalle carni lavorate e conservate e dalle eccellenze lattiero-casearie.