Dalla procura di Milano citazione diretta per tutti i 4 indagati
Milano, 29 gen. (askanews) – Chiara Ferragni è stata rinviata a giudizio per truffa continuata e aggravata nella sponsorizzazione del “Pandoro Balocco Pink Christmas” nel Natale del 2022 delle “Uova di Pasqua Chiara Ferragni” nel 2021 e 2022.
La procura di Milano ha infatti emesso un decreto di citazione diretta a giudizio per l’influencer e per altri 3 protagonisti del caso: Fabio Damato, ex braccio destro dell’influcer, Alessandra Balocco, presidente e ad dell’omonima azienda dolciaria piemontese, e Francesco Cannillo, patron di Dolci Preziosi.
I decreti di citazione diretta a giudizio, secondo quanto si apprende da fonti investigative, sono stati notificati ai legali dei 4 indagati dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano. Nel mirino dei magistrati milanesi, coordinati dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, sono finite le sponsorizzazioni del “Pandoro Balocco Pink Christmas” e delle “Uova di Pasqua” di Dolci Preziosi: due operazioni commerciali “mascherate” da iniziative benefiche, sostiene l’accusa, per un “ingiusto profitto” stimato complessivamente in 2 milioni e 225 mila euro.
E’ nell’avviso di chiusura indagini notificato a ottobre scorso che i pm tirano le somme. Partendo dall’operazione del pandoro Balocco che ha portato nelle casse di due delle società dell’influencer, la TBS Crew s.r.l. e la Fenice s.r.l., un “ingiusto profitto” di 1.075.000 + iva. Secondo l’accusa, sono stati venduti “almeno 362.577 pandori Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni” con un’operazione solo all’apperanza legata a un’iniziativa benefica a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino, che in realtà aveva già ricevuto dalla Balocco un pagamento una tantum di 50 mila euro, senza “nessuna correlazione” tra “tale pagamento e i profitti derivanti dalla vendita del prodotto pandoro Balocco Pink Christmas”.
I pandori furono commercializzati “al costo medio di acquisto pari a circa 9,37 euro per confezione, a fronte di circa 3,68 euro del Pandoro Balocco tradizionale, così rafforzando nel pubblico la convinzione che la differenza di prezzo andasse a beneficio dell’Ospedale Regina Margherita di Torino”, sottolineano i pm in un passaggio del provvedimento. L’accusa di truffa aggravata ruota attorno alla “pubblicità ingannevole” condotta dall’influencer via social media e web attarverso “informazioni fuorvianti” per il pubblico, come “il pandoro Chiara Ferragni le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’ospedale Regina Margherita di Torino”.
Stesso discorso per l’operazione delle uova di “Uova di Pasqua” di Dolci Preziosi, spacciata come inziativa benefica a favore delI’impresa sociale “I bambini delle fate”. Anche in questo caso è attraverso alcune sue società che l’influencer avrebbe ottenuto un ingiusto profitto: prima di 400.000 euro + iva pagati a Sisterhood s.r.l. e Fenice s.r.l. e poi altri 750.000 + iva versati TBS Crew s.r.l. e Fenice s.r.l. E anche in questo caso, i magistrati puntano il dito sulla “pubblicità ingannevole” realizzata da Chiara Ferragni e sulle “informazioni fuorvianti” fornite dall’influcer, come “usiamo la Pasqua per fare del bene [à] le mie uova supportano i bambini delle fate [à] per me era molto importante fare anche del bene tramite queste uova e quindi sosteniamo questa impresa sociale”.
Così a guadagnarci, sempre stando all’accusa formulata dai pm milanesi, sarebbero stati anche altri protagonisti della vicenda. “Tutti conseguivano – puntualizzano i pm – profitto non patrimoniale derivante dal ritorno di immagine legato alla prospettata iniziativa benefica”.
“Credevo sinceramente che non fosse
necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai
truffato nessuno. Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con
questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta
a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la
mia assoluta innocenza”. Lo assicura Chiara Ferragni dopo aver
ricevuto il decreto di citazione diretta a giudizio disposto
dalla procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta che la vede
accusata di truffa aggravata per presunte irregolarità nelle
operazioni di sponsorizzazione del “Pandoro Balocco Pink
Christmas” e delle “Uova di Pasqua Chiara Ferragni”.
Dello stesso avviso i difensori dell’influencer, gli avvocati
Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana: “Restiamo fermamente
convinti che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e
che ogni profilo controverso sia già stato affrontato e risolto
avanti l’AGCM. L`interlocuzione con i Pubblici Ministeri non ha
avuto l`esito auspicato e la Procura ha preferito demandare al
Giudice del dibattimento ogni decisione nonostante sia evidente
l`assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle
condizioni di procedibilità. L`innocenza della nostra assistita
verrà certamente acclarata in giudizio che affronteremo
serenamente”.