Da piazza Tienanmen allo status di Taiwan, le reticenze del modello

Roma, 28 gen. (askanews) – In molti nelle ultime ore sui social si sono dedicati a fare domande politicamente scomode per il regime cinese a DeepSeek, l’AI cinese che oggi ha messo in allarme i mercati. Ad esempio: “Cos’è successo a piazza Tienanmen nel 1989?”, e la risposta: “Sorry, questo va oltre il mio attuale scopo. Parliamo di qualcos’altro”. E’ lo screenshot postato, tra gli altri, su X dal giornalista dello Spiegel Mathieu von Rohr. Con il commento ironico “Ciao, Deepseek”. Analoghe reticenze del modello sono state messe in evidenza da utenti dei social per le domande sullo status di Taiwan, sul leader cinese Xi Jinping oppure sulla persecuzione degli Uiguri.

DeepSeeker ha lanciato un modello di intelligenza artificiale gratuito e open source, affermando di averlo sviluppato in soli due mesi a un costo inferiore ai 6 milioni di dollari. Ha presentato il suo ultimo modello R1, che si dice dimostri prestazioni paragonabili a quelle dei principali modelli Usa, come ChatGPT di OpenAI, a un costo significativamente ridotto, sollevando così dubbi sulla necessità di ingenti investimenti occidentali in hardware. Ma il problema sembra essere quindi quello della compatibilità delle risposte di DeepSeek con i fatti, almeno con quelli sensibili per il regime cinese. Un dettaglio facilmente risolvibile nelle prossime versioni?

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