E ricorda discorso Mussolini della riscossa che per fortuna non ci fu
Roma, 27 gen. (askanews) – “La musica è incontro, scambio, è vita. Dall’incontro nascono energia e vitalità. Ricordare è importante, ma la memoria ha bisogno di emozione per rimanere viva. L’emozione è ciò che si fissa nelle cellule, che ci permette di portare avanti i ricordi. Oggi siamo qui per farlo con la musica”: lo ha detto Lorenzo Jovanotti presentando il suo album al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano.
“È una coincidenza, ma non esistono le coincidenze, no? Questa domanda – ha aggiunto – mi dà l’occasione di raccontarvi una piccola storia. Oggi è il 27 gennaio e, da 25 anni, in Italia è la Giornata della Memoria. È il giorno in cui ricordiamo la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei, lo sterminio che ha colpito anche altre minoranze e oppositori politici. È più di una data simbolica: il 27 gennaio è stato scelto perché è il giorno in cui le truppe alleate liberarono il campo di Auschwitz-Birkenau”.
“Siamo in un luogo particolare – ha ricordato l’artista che sarà al Festival di Sanremo superospite la prima serata – il Teatro Lirico di Milano, intitolato a Giorgio Gaber. Gaber è stato il più anticonformista tra gli artisti del dopoguerra. Ha scritto probabilmente la canzone sulla libertà più famosa di sempre: La libertà. In un giorno come questo, e in un periodo storico come questo, le sue parole risuonano ancora più potenti”.
“Ma c’è di più. Questo teatro ha una storia che si lega alla memoria. Il 16 dicembre 1944, Benito Mussolini pronunciò qui il suo ultimo discorso pubblico, chiamato ‘il discorso della riscossa’. Per fortuna quella riscossa non c’è stata”.
Il Giorno della Memoria, lo sterminio, Mussolini, Giorgio Gaber, Milano, la libertà… Chi mi conosce – ha concluso l’artista toscano – sa che ho questa maniera di connettere i puntini. Mi viene da pensare a come la musica racconti questi intrecci. Durante il ventennio fascista, per esempio, il jazz era osteggiato in Italia e proibito dal nazismo, considerato musica degenerata. Eppure, continuava a suonare clandestinamente”.