Parallamente affronta anche un processo d’impeachment
Roma, 26 gen. (askanews) – I procuratori sudcoreani hanno formalmente incriminato il presidente sospeso Yoon Suk-yeol per il fallito tentativo di imporre la legge marziale il 3 dicembre, con l’accusa d’insurrezione. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.
Con l’incriminazione, Yoon è diventato il primo presidente in carica nella storia della Corea del Sud a essere incriminato mentre si trova in stato di detenzione.
Yoon è accusato di aver cospirato con l’ex ministro della Difesa Kim Yong-hyun e altri per incitare un’insurrezione il 3 dicembre dichiarando uno stato di emergenza incostituzionale e illegale, nonostante l’assenza di segnali di guerra, conflitto armato o una crisi nazionale paragonabile.
E’ anche accusato di aver dispiegato i militari presso l’Assemblea nazionale, nel tentativo di impedire ai parlamentari di votare contro la dichiarazione di legge marziale.
Ancora, è sospettato di aver pianificato l’arresto e la detenzione di figure politiche di rilievo, tra cui il presidente dell’Assemblea nazionale Woo Won-shik e i leader dei partiti rivali, oltre a funzionari dell’autorità elettorale.
La mossa della procura arriva un giorno prima della fine del periodo di detenzione di Yoon, fermato dall’Ufficio per le indagini sulla corruzione dei funzionari di alto livello (CIO) il 15 gennaio e formalmente arrestato il 19 gennaio. Il CIO, che ha condotto l’indagine su Yoon, ha trasferito il caso alla procura la scorsa settimana, poiché l’agenzia non ha il mandato legale per incriminare un presidente.
Stamani i procuratori capo di tutto il paese si sono riuniti per discutere i prossimi passi nel caso di Yoon, senza aver avuto l’opportunità di interrogarlo direttamente. Un tribunale di Seoul ha respinto per due volte la richiesta di estensione di detenzione, per consentire un proseguimento delle indagini. L’incriminazione formale, quindi, serve anche a impedire che Yoon torni in libertà.
Il team della procura che indaga sul caso ha dichiarato di aver esaminato le prove e, sulla base di una revisione complessiva, ha stabilito che incriminare, come richiesto dal CIO, l’imputato è appropriato. I procuratori dovranno ora dimostrare la sua colpevolezza in tribunale, senza avere l’opportunità di interrogarlo direttamente. “La decisione del tribunale di negare due volte l’estensione del periodo di detenzione è difficile da comprendere, poiché ha impedito anche le più basilari indagini supplementari, come l’interrogatorio diretto dell’imputato”, ha dichiarato la procura. Nonostante tali difficoltà, i procuratori hanno dichiarato di aver incriminato Yoon esclusivamente per l’accusa di insurrezione, citando preoccupazioni sul fatto che potesse distruggere prove.
L’insurrezione è punibile con l’ergastolo o la pena di morte. Tuttavia, la Corea del Sud non esegue condanne a morte da decenni.
Parallelamente, Yoon affronta anche un processo di conferma di impeachment presso la Corte costituzionale. La destituzione è stata decisa dall’Assemblea nazionale, dovrà essere ora o confermata o respinta dalla massima istanza di giustizia costituzionale. Se dovesse essere confermata, entro 60 giorni dalla sentenza ci dovranno essere elezioni presidenziali. Se dovesse essere respinta, invece, a Yoon dovrebbero essere restituiti i poteri. La Corte ha fino a 180 giorni per decidere.