L’opposizione chiama Giorgetti in Parlamento: chiarire ruolo Governo, è principale azionista Montepaschi…
Roma, 24 gen. (askanews) – La mossa a sorpresa arriva all’alba e piomba come un sasso nelle acque già agitate del mondo bancario e finanziario italiano: Banca Monte dei Paschi di Siena vuole scalare Mediobanca promuovendo un’offerta pubblica di scambio totalitaria volontaria sulle azioni ordinarie della banca d’affari. E’ il tentativo, in soldoni, di creare un terzo polo bancario italiano, dopo quelli andati a vuoto nei mesi scorsi, e che stavolta piace al governo e in particolare alla Lega.
“Per quanto riguarda le vicende bancarie, noi siamo per il libero mercato: lo siamo stati per le operazioni passate e lo siamo per le operazioni di cui si parla oggi”, ha subito commentato il vicepremier Antonio Tajani. “Il sistema bancario italiano, che non ha la garanzia del Mes, deve rinforzarsi: è già un sistema bancario forte, però tutto ciò che grazie alle iniziative del libero mercato permette di rinforzare il sistema bancario va nella giusta direzione”, ha chiosato Tajani.
“Noi siamo per il libero mercato, lo siamo stati per le operazioni passate e lo siamo per le operazioni di cui si parla oggi. Continuiamo a chiedere che lo Stato esca il prima possibile da Mps”, sottolinea il suo partito, Forza Italia, sui suoi profili social.
“Mi sembra una grande operazione – ha ammesso apertamente Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e vicesegretario della Lega – perché dà ancora più forza a un istituto di credito italiano. E’ presto per capire come andrà a finire e vedremo i dettagli, ma diciamo che non sono dispiaciuto”.
Dal canto suo Fdi, con Marco Osnato, responsabile economico del partito e presidente della Commissione Finanze della Camera, considera l’Ops di Mps su Mediobanca “un’operazione di sistema molto intelligente e molto proficua che può dare un consolidamento bancario molto importante per la nostra nazione. C’è una considerazione assolutamente positiva, seguiamo attentamente il mercato che comunque in uno Stato liberale ha le sue logiche e le sue regolamentazioni”.
Insomma, le forze di maggioranza vedono positivamente l’operazione, forse addirittura con un certo orgoglio, per il fatto che una banca in passato coinvolta in situazioni complesse e gravi sia stata, sotto il governo Meloni, finalmente risanata e possa oggi addirittura avere progetti ambiziosi come quello dell’aggregazione con Mediobanca, una banca d’affari che rimane il “salotto buono” della finanza italiana, un’operazione all’insegna dell’efficienza e, quanto si apprende, anche della tutela dell’occupazione.
Secondo fonti finanziarie vicine al dossier l’operazione ha il benestare del Governo: Palazzo Chigi e il Mef sono stati informati e non hanno posto limiti, come del resto ha confermato l’amministratore delegato di Mps Luigi Lovaglio in una call con gli analisti. “C’è un valore industriale nell’operazione perchè Mps e Mediobanca hanno una certa complementarietà”, evidenziano le fonti, difendendo il progetto che è allo studio da tempo.
Perplessità dalle opposizioni, che sottolineano come il Mef sia a tutt’oggi il principale azionista di Mps e chiedono chiarimenti a Giorgetti. “Seguiremo con grande attenzione l’offerta di acquisto di Mps su Mediobanca, vogliamo capirne tutti gli obiettivi e le ricadute – ha commentato Antonio Misiani, responsabile Economia e finanze nella segreteria nazionale Pd -. Le operazioni di aggregazione rispondono all’interesse nazionale e vanno valutate positivamente se producono effetti positivi sotto il profilo industriale, occupazionale e finanziario, seguendo criteri di mercato. Non se diventano parte di un risiko dettato da logiche opache di potere e con un ruolo sempre più invasivo della politica”.
Per Misiani “il fatto che il Mef sia il primo azionista di Mps rende necessaria da parte del governo la massima trasparenza di fronte al Paese. Chiameremo in Parlamento il ministro Giorgetti per chiedergli conto di tutto questo, a partire dagli obiettivi e dai criteri con cui l’esecutivo si vuole rapportare nei confronti di questa e di altre operazioni”.
Per Benedetto Della Vedova, deputato di Più Europa, “si è aperta una questione politica molto importante: se si trattasse di un’operazione industriale, di mercato, la politica dovrebbe stare a guardare” ma “il punto è che il Mef è il principale azionista di banca Mps, che venne salvata con soldi dei contribuenti. E’ evidente che Giorgetti non può non assumersi, in positivo o negativo, la responsabilità dell’operazione”.
Responsabilità rivendicata dall’Ad di Mps, Luigi Lovaglio, nel corso della conference call con gli analisti: “A dicembre 2022, dopo aver completato l’aumento di capitale da 2,5 miliardi, ho incontrato il ministro dell’Economia per presentare un aggiornamento sulle strategie per il futuro e avevo presentato tre opzioni: continuare ad andare avanti da soli, fare un’operazione fra pari o fare un’operazione con Mediobanca. Ora è giunto il momento”.