Si inizia mercoledì con “Competitiveness Compass”, poi l’”Omnibus”

Bruxelles, 24 gen. (askanews) – La retromarcia del Green Deal europeo, guidata dalla stessa presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che lo aveva lanciato, cinque anni fa, comincerà concretamente mercoledì prossimo, con la riunione del Collegio dei commissari che varerà il ‘Competitiveness Compass’ (la Bussola della competitività), un piano che mira a ridurre sostanzialmente gli oneri burocratici imposti alle imprese nell’Ue, del 25% per le grandi aziende, e del 35% per le Pmi.

Proseguirà poi con la presentazione, a fine febbraio, di una proposta legislativa di ‘semplificazione’, chiamata ‘Omnibus’ per la revisione di una prima parte della legislazione del Green Deal già in vigore. Questo primo ‘Omnibus’, a cui seguiranno con tutta probabilità altre proposte simili, dovrebbe riguardare tre normative Ue che impongono alle imprese degli oneri burocratici per perseguire la sostenibilità ambientale.

In particolare, saranno riviste la direttiva Csrd (‘Corporate Sustainability Reporting Directive’) sulla rendicontazione di sostenibilità delle imprese , in vigore dal 2023, e quella sulla ‘diligenza dovuta’ (‘due diligence’) da parte delle grandi e medie aziende nel controllo delle loro catene del valore, che è stata approvata, dopo essere stata negoziata a lungo e fortemente modificata, solo l’estate scorsa.

Il processo di revisione delle normative già in vigore, con il duplice obiettivo della semplificazione burocratica e del riorientamento a favore della competitività europea, non è di per sé una marcia indietro nel processo di decarbonizzazione dell’economia e di transizione energetica e ambientale, se la Commissione riuscirà a mantenere dritta la barra verso gli obiettivi strategici fissati dal Green Deal. Ma c’è da dubitare fortemente che sarà così, sotto la pressione politica delle forze di destra conservatrici e anti ambientaliste, che si sono fortemente rafforzate nel Parlamento europeo e anche in Consiglio Ue, con il Ppe che le rincorre su molti temi per evitare l’erosione del proprio elettorato.

Il rischio, molto reale, è che si passi dalla ‘semplificazione’ per le imprese, giusta e opportuna a una vera e propria ‘deregolamentazione’, anche sull’esempio dell’ultra liberismo trionfante che viene dall’America di Trump e Musk. E che il tentativo di rafforzare la competitività giustifichi non una correzione di percorso per arrivare in condizioni migliori la stessa meta, ma un cambiamento della meta stessa, o un forte ritardo nel suo raggiungimento.

La bozza della comunicazione sulla ‘Bussola della competitività’, di cui Askanews ha preso visione, è attualmente in fase di ‘consultazione interservizi’ all’interno della Commissione. Ma, secondo quanto ci ha riferito un funzionario dell’Esecutivo comunitario, pochi si stanno azzardando ad aggiungere elementi o suggerire modifiche, perché c’è una forte soggezione nei confronti della ‘linea’ dettata dal gabinetto von der Leyen, che ha fortemente centralizzato la dinamica dell’elaborazione delle proposte legislative, minando quindi il processo ‘dal basso verso l’alto’ che costituiva la ragione principale di questo tipo di consultazione interna della Commissione.

La ‘Bussola’ fa riferimento esplicito al Rapporto Letta sul completamento del Mercato unico, e soprattutto al Rapporto Draghi sul futuro della competitività europea. ‘Come ha avvertito Draghi, se l’Europa accetta un declino economico gestito e graduale, è destinata a una ‘lenta agonia”, ricorda la comunicazione, e sottolinea: ‘Oggi l’Ue deve spostare la sua attenzione su ciò che guiderà la sua futura prosperità e competitività’.

‘Il rapporto Draghi delinea una diagnosi chiara e fornisce raccomandazioni concrete. È tempo di passare all’azione’, si legge nel testo, che mira a definire ‘una bussola che guiderà il lavoro nei prossimi cinque anni’ ed elenca ‘le azioni prioritarie per riaccendere il dinamismo economico in Europa’.

La strada indicata per rilanciare la crescita dell’Ue è quella di ‘riaccendere la produttività basata sull’innovazione’. La ‘Bussola’ stabilisce due requisiti di base per politiche meglio orientate a sostenere la competitività: innanzitutto, ‘semplificare e accelerare l’ambiente normativo, riducendo gli oneri e la complessità eccessiva e favorendo velocità e flessibilità’; in secondo luogo, ‘coordinare meglio le politiche a livello Ue e nazionale, piuttosto che perseguire obiettivi separatamente’. In quest’ultimo caso, siamo davanti all’eterno problema dell’assenza di una vera e propria politica industriale dell’Unione. Occorre ‘un nuovo approccio alla competitività che combini politiche industriali, investimenti e riforme, uniti attorno a una visione comune’.

Il piano mira a rendere la regolamentazione Ue ‘più semplice, più leggera, più veloce’. Sarà richiesto ‘uno sforzo senza precedenti’ da parte di ‘tutte le istituzioni Ue, nazionali e locali’ al fine di ‘produrre regole più semplici e accelerare la velocità delle procedure amministrative’.

Verrà anche proposta, ‘il mese prossimo’, una nuova definizione di piccole e medie imprese (Pmi), creando una nuova categoria di aziende medie, ‘più grandi delle Pmi ma più piccole delle grandi aziende’. Questa ridefinizione riguarderà ‘fino a 31.000 aziende nell’Ue’, che trarranno vantaggio da ‘una semplificazione normativa su misura’, nello stesso spirito di quella prevista per le Pmi.

Il ‘Compass’ perora una maggiore integrazione del mercato unico, come indica il rapporto Letta, con particolare enfasi sul completamento del mercato unico dei capitali, e afferma anche che ‘la politica della concorrenza deve tenere il passo con l’evoluzione dei mercati e l’innovazione tecnologica. Ciò richiede un nuovo approccio, meglio orientato agli obiettivi comuni e più favorevole alle aziende che si espandono nei mercati europei e globali, garantendo sempre parità di condizioni’. In questo quadro, si annuncia, verranno presentate ‘nuove linee guida per la valutazione delle fusioni’ nell’ambito della politica antitrust dell’Ue.

Dell’altra proposta che arriverà a breve, il cosiddetto ‘Omnibus’, si è discusso al Consiglio Ecofin del 21 gennaio, e se ne riparlerà praticamente ogni mese, ad ogni nuova riunione dei ministri economici e finanziari in questo semestre, secondo quanto ha annunciato la presidenza di turno polacca del Consiglio Ue. Durante il Consiglio, i ministri economici e finanziari hanno espresso le loro aspettative ai due membri della Commissione che hanno il compito di presentare la proposta ‘Omnibus’, il commissario per l’Economia e la Produttività, l’Attuazione e la Semplificazione, Valdis Dombrovskis, e il vicepresidente esecutivo responsabile per la Prosperità e la Strategia industriale, Stéphane Séjourné.

La ‘semplificazione’, aveva detto Séjourné al suo arrivo all’Ecofin, ‘è un grande tema, molto atteso dalle aziende e anche dal Consiglio Ue, con grandi aspettative’. Nel testo che sarà presentato a fine febbraio, ha annunciato, ci sarà ‘un certo numero di elementi che dovrebbero semplificare la vita delle imprese e fare del territorio europeo un’area di investimenti attraente anche per gli investimenti internazionali’.

Durante la conferenza stampa al termine del Consiglio, Dombrovskis ha salutato con favore la discussione nella quale, ha riferito, ‘c’è stato un ampio sostegno per questo programma di semplificazione, e molti ministri hanno sottolineato la necessità di un approccio ambizioso verso la semplificazione’, ma, ha precisato ‘senza perdere di vista i nostri obiettivi di policy: questo è l’approccio che la Commissione europea deve seguire’.

L”Omnibus’, ha spiegato il commissario, è ‘fondamentalmente una tecnica legislativa in cui con una sola proposta possiamo riaprire diversi atti della legislazione’. E in effetti, ha continuato Dombrovskis, ‘stiamo cercando la possibilità di aprire effettivamente tutti i tipi di legislazione, anche per eliminare certe incongruenze e sovrapposizioni tra diversi atti legislativi’. Senza questo, ha aggiunto, non sarebbe possibile conseguire gli obiettivi di riduzione del 25% degli oneri burocratici a carico delle aziende, e del 35% per le Pmi.

‘Naturalmente questa proposta ‘Omnibus’ è solo l’inizio del lavoro: in realtà ogni membro della Commissione è responsabile di rilevare possibilità di semplificazione nella legislazione Ue esistente e di presentare proposte in questo senso che saranno poi integrate nel programma della Commissione’. E’ un lavoro, quindi, ‘che continuerà nei prossimi mesi e anni’, ha indicato ancora Dombrovskis.

Il presidente di turno del Consiglio Ecofin, il ministro delle Finanze polacco Andrzej Domanski, ha aggiunto poi che i ministri dei Ventisette ‘vogliono migliorare radicalmente l’ambiente per le imprese (‘business environment’, ndr). Naturalmente spetta alla Commissione aiutarci a raggiungere questo obiettivo che è assolutamente prioritario per l’economia europea’.

‘Ci sono paesi – ha riferito Domanski – che chiedono apertamente se non siamo andati troppo oltre con la regolamentazione che è già stata attuata’; in altre parole, non basta evitare che ci siano nuovi atti legislativi, ma bisogna rivedere quelli già in attuazione. ‘Quindi mi aspetto che entro il mese prossimo otterremo un progresso sostanziale, siamo impazienti di vedere le proposte della Commissione, la ‘Bussola della Competitività’ e il pacchetto di semplificazione ‘Omnibus”. Per i ministri dei Ventisette questa ‘è davvero la massima priorità’.

‘Crediamo – ha spiegato il presidente di turno del Consiglio Ecofin – che sia giunto il momento di agire; anche a causa dei cambiamenti geopolitici: possiamo aspettarci una certa deregolamentazione negli Stati Uniti, il che potrebbe mettere le aziende europee, le industrie europee in una posizione di svantaggio’. Insomma, la ‘semplificazione’ dell’Ue dovrà anche controbilanciare la ‘deregolamentazione’ negli Stati Uniti.

Dombrovskis ha poi confermato che la proposta ‘Omnibus’ riguarderà, almeno per ora, tre normative Ue specifiche: quella del 2020 sulla ‘tassonomia’ (i criteri di classificazione) degli investimenti etichettati come ‘verdi’, e le già citate due direttive, la Csrd sugli obblighi di rendicontazione di sostenibilità da parte delle aziende, e quella sulla ‘diligenza dovuta’ nel controllo delle catene del valore. Questo, ha detto ‘è in effetti il nostro obiettivo principale’ per la proposta annunciata. Tuttavia, ha aggiunto il commissario, ‘stiamo anche valutando la possibilità di includere altri elementi in questo ‘Omnibus’, ma è tutto ancora in fase di elaborazione, quindi non posso dare altri dettagli’.

‘C’è una fortissima richiesta da parte degli Stati membri per questa azione; dobbiamo vedere il primo ‘Omnibus’ per poter valutare; ma se non è abbastanza – ha osservato ancora Domanski -, allora probabilmente possiamo aspettarci che venga presentata un’altra proposta legislativa’. Tra i ministri economici dell’Ue ‘qualcuno l’ha chiamata una ‘flotta di Omnibus’. Vedremo; avremo a breve la possibilità di discuterne ancora’, ha concluso il presidente di turno dell’Ecofin.

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