A Palazzo Madama a Torino la mostra “Giro di posta”

Torino, 24 gen. (askanews) – Una grande discussione sulla Shoah nell’Europa divisa dalla Guerra fredda, ma anche un modo per ritrovare uno scrittore fondamentale del Novecento. La mostra “Giro di posta. Primo Levi, le Germanie, l’Europa”, ospitata da Palazzo Madama a Torino e promossa dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi, è un’occasione per scoprire qualcosa di nuovo anche su un autore così noto.

“Non sapevamo che fosse un grande scrittore di lettere – ha detto ad askanews Domenico Scarpa, curatore della mostra e consulente letterario per il Centro Internazionale di Studi Primo Levi – e non sapevamo che la sua rete di corrispondenze coprisse in geografia tutta l’Europa e, dal punto di vista storico, mezzo secolo di storia europea, caratterizzata dal muro di Berlino, dalla Germania e da un continente diviso in due per ragioni non soltanto politiche. Tutto questo Levi lo racconta attraverso i suoi dialoghi con interlocutori tedeschi e germanofoni”.

Lo snodo chiave che attiva il racconto della mostra è la pubblicazione di ‘Se questo è un uomo in Germania’, nel 1961, con una prefazione che è una lettera dello stesso Levi al suo traduttore, una lettera che il pubblico tedesco accolse come diretta a tutti loro. “Questo innesca una risposta da parte dei lettori – ha aggiunto il curatore – una risposta sentita, politica, argomentata, passionale e razionale nello stesso tempo e innesca una rete che qui vediamo di dialoghi straordinari, molto estesa nello spazio e nel tempo, che coprono tre decenni di storia europea”.

Nella corte medievale di Palazzo Madama i pannelli raccontano le molte sfaccettature della corrispondenza di Levi con il mondo tedesco, ma la cosa forse più affascinante è scoprire che, nel corso del dialogo epistolare, lo scrittore analizza anche la sua stessa opera. “Capisce che cosa ha scritto – ha concluso Domenico Scarpa – perché ha scritto così, perché ha usato certe parole, le spiega, le spiega prima a se stesso che agli altri, le inventa, le parole. E’ una grande prova di stile che è anche una prova etica e politica, questo è nuovo e straordinario”.

La mostra torinese è parte del progetto LeviNeT, dell’Università di Ferrara, che prevede di qui al 2027 la pubblicazione progressiva in open access di tutte le corrispondenze tedesche di Levi.

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