L’Europa deve prepararsi alle sfide poste dalla svolta Usa, completando il mercato unico
Roma, 22 gen. (askanews) – Alla Banca centrale europea “se guardiamo all’inflazione siamo fiduciosi che la vedremo tornare al nostro livello obiettivo (2%) nel corso del 2025. Ora siamo fiduciosi che l’obiettivo sia portata di mano”. Lo ha ribadito la presidente Christine Lagarde in una intervista a Cnbc, evitando di sbilancarsi su quanti saranno i tagli dei tassi di interesse quest’anno (se 3 o 4) e sul dove arriverà il principale riferimento della Bce (se al 2% o al 2,25%). “Per la crescita economica – ha proseguito, durante una diretta da Davos, in Svizzera, dove si sta svolgendo il World Economic Forum – i rischi sono al ribasso e guarderemo attentamente i dati. Siamo in questo percorso di disinflazione, guarderemo attentamente ai prezzi dei servizi e ai salari, per vedere se nei primi mesi del 2025 i servizi avranno i rallentamenti dei prezzi che ci attendiamo”. “Se il nostro scenario previsionale di base tiene – ha affermato – penso che siamo ben posizionati” per raggiungere in maniera sostenibile l’obiettivo di inflazione. Quanto alle future decisioni sui tassi “non mi metterò a dire se (i tagli) saranno 3 o 4, se i tassi andranno al 2% o al 2,25%, procediamo un passo alla volta – ha concluso – la direzione è molto chiara”.
Tra i vari elementi che l’istituzione tiene sotto controllo, in particolare in merito alle ricadute dell’arrivo della nuova amministrazione Trump negli Usa “il tasso cambio (euro-dollaro-ndr) sarà un elemento interessante che potrebbe avere conseguenze”, ha aggiunto. Se al debutto la nuova amministrazione Trump non ha imposto nuovi dazi sulle importazioni dall’Europa, questo non significa che non arriveranno nelle prossime settimane, magari in maniera più “mirata”. Il dialogo con Washington deve proseguire, ma intanto l’Europa deve prepararsi alle sfide poste dalla svolta Usa, completando il mercato unico su cui ha un controllo diretto e su cui ancora persistono delle “barriere” interne, ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde interpellata sull’esordio di Donald Trump alla Casa Bianca durante l’intervista a Cnbc.
La non imposizione immediata di dazi generalizzati sull’Europa “è quello che mi aspettavo – ha detto – e penso che sia un approccio molto scaltro, perché i dazi generalizzati non danno necessariamente i risultati che si attende. Ma questo non significa che non li avremo, magari più selettivi e focalizzati, nei prossimi giorni o settimane”.
“Penso che quello che dobbiamo fare in Europa sia essere preparati e anticipare quello che accadrà, in modo da poter rispondere”. In particolare in Europa “abbiamo creato un mercato unico, ma non abbiamo finito il lavoro. Abbiamo questo enorme mercato, con tanti consumatori pronti a attivare il loro potere di acquisto e a usare i loro risparmi. Ma abbiamo ancora barriere, nonostante le aspirazioni del mercato unico e penso che sia uno degli aspetti su cui, come ha detto ieri la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen” si può intervenire perché è qualcosa “su cui abbiamo il controllo diretto”.
Poi ci sta “quello che accadrà nelle prossime settimane” con gli Usa. “Penso che in tutte le circostanze il dialogo debba continuare e che le parti debbano stare al tavolo per capire quali siano le loro agende”, ha proseguito.
Lagarde è stata intervistata dalla emittente Usa a margine del World Economic Forum in corso a Davos, in Svizzera, l’appuntamento annuale dell’organizzazione fondata dal magnate Klaus Schwab, attivista sulle politiche globaliste oggetto di crescenti critiche da parte di molti movimenti politici “sovranisti”, e di molti dei sostenitori della nuova amministrazione Trump.
Tornando alle politiche promesse da Trump, “francamente se guardi a questa teoria della sostituzione, in cui abbasso le importazioni dall’Europa per aumentare la produzione interna negli Usa è opinabile. Perché l’economia Usa è piuttosto surriscaldata, se guardi al mercato del lavoro, c’è la disoccupazione molto bassa, se guardi la capacità produttiva sta già al massimo. Quindi questa idea che puoi fabbricare quello che non importi è qualcosa che richiederà un po’ di tempo”, ha concluso Lagarde.