Assosuini: speriamo che presto sia disponibile anche in Europa

Roma, 22 gen. (askanews) – Arriva dagli Usa un nuovo test per rilevare la presenza del virus della Psa, la peste suina africana, sulle superfici. Il veterinario e specialista in produzione suina Jordan Gebhardt, che ha condotto la ricerca presso la Kansas State University, ha spiegato come il suo team sia riuscito ad arrivare a questo risultato, sostenendo che questo contribuirà a migliorare la biosicurezza a supporto del settore suinicolo. Lo rende noto Assosuini.

“L’eccellente lavoro della K-State contribuirà a raggiungere un livello avanzato di biosicurezza per aiutare l’industria suinicola a difendersi dalla PSA in tutto il mondo. E speriamo che sarà presto disponibile anche da noi in Europa”, auspica Assosuini.

In pratica, gli scienziati hanno utilizzato alcuni oggetti domestici di uso comune per testare la loro capacità di rilevare la presenza del virus della Psa su attrezzature e superfici su cui vengono trasportati i mangimi per gli animali. Determinare la presenza della Psa sulle superfici di camion, container e altri materiali che entrano negli Stati Uniti richiede infatti un processo molto complesso. La ricerca trae origine dal lavoro sul campo condotto dagli scienziati della “K-State” in Vietnam e si basa su test diagnostici di PCR, la Reazione a Catena della Polimerasi. I test PCR utilizzano DNA o RNA da un campione per diagnosticare malattie infettive e possono spesso fornire un risultato affidabile in meno di 24 ore.

Il team di scienziati ha quindi effettuato dei tamponi sulle superfici entrate in stretto contatto con i mangimi, utilizzando quattro materiali che potrebbero essere presenti nelle case di qualsiasi consumatore, come una garza di cotone, tamponi in poliestere, bastoncini di spugna e un panno asciutto.

Gebhardt ritiene che questo lavoro svolto dalla K-State sarà molto utile per prevenire l’introduzione della PSA negli Stati Uniti, spiega Assosuini, dove al momento la malattia non è ancora entrata, ma in caso di incursione queste tecniche saranno in grado di capire più rapidamente dove si trova il virus e come implementare misure di controllo aggiuntive per prevenire un’ulteriore diffusione del patogeno. Il team sta anche studiando se il DNA o l’RNA virale presenti su una superficie siano inermi o in grado di causare infezioni.

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