Morningstar Dbrs: peserà riduzione potere acquisto consumatori
Roma, 21 gen. (askanews) – Una prospettiva stabile per il settore della ristorazione globale per il 2025 anche se anche sull’anno appena iniziato una “certa pressione sul potere d’acquisto dei consumatori” continuerà a pesare sul settore, dove la volatilità dei rating creditizi “rimarrà elevata rispetto ad altre parti dell’economia” e “i venti contrari peseranno in modo più significativo sulle attività a servizio completo”. Sui ricavi peseranno le difficoltà di aumentare i prezzi dei menu, visto che i consumatori in difficoltà già dal 2023 hanno ridotto la spesa per mangiare fuori, ma anche la concorrenza rapprensentata dai supermercati che continuano ad ampliare l’offerta di pasti pronti. Sono le note principali del Global 2025 Restaurant Outlook di Morningstar Dbrs.
Il rapporto sottolinea che l’ultimo quinquennio è stato estremamente impegnativo e volatile per il settore della ristorazione globale a causa della pandemia di Coronavirus e dei suoi effetti macroeconomici. Guardando al futuro, per il 2025 le prospettive sono più stabili ma la pressione sul potere d’acquisto dei consumatori “continuerà a essere un vento contrario significativo per il settore”, su cui pesano anche i potenziali cambiamenti nella politica degli Stati Uniti dopo le elezioni del 2024.
“Mentre prevediamo che le pressioni negative sul rating del credito si attenueranno gradualmente rispetto agli ultimi anni, il settore della ristorazione è un settore intrinsecamente più difficile in cui operare con successo – si legge nel rapporto Morningstar Dbrs – Pertanto, ci aspettiamo che la volatilità dei rating creditizi rimanga elevata rispetto ad altre parti dell’economia”.
Come già accaduto nel 2023, anche nel 2024 a livello globale i consumatori hanno cercato di ridurre le loro spese, anche mangiando fuori meno spesso. E, secondo il rapporto, queste abitudini compresse di consumo persisteranno fino al 2025 a causa di tassi di interesse ancora elevati, seppur in calo, e degli effetti composti dell’inflazione. Il rapporto prevede che il traffico nei ristoranti rimarrà relativamente stabile nella migliore delle ipotesi su base annua nel 2025. “Notiamo – si spiega – anche che è diventato sempre più difficile per i gestori di ristoranti aumentare i prezzi dei menù poiché i consumatori attenti al budget continuano a ridurre la spesa”. Di conseguenza, Monrningstar Dbrs prevede una minore crescita dei prezzi dei menù nel 2025 rispetto al 2024.
Tuttavia, si prevede un ulteriore aumento dei prezzi in Europa. In particolare, l’associazione di categoria del settore alberghiero del Regno Unito stima che i suoi membri dovranno aumentare i prezzi di un ulteriore 8% per coprire l’aumento dell’assicurazione nazionale in entrata del governo laburista per i datori di lavoro. Nell’Europa occidentale, si prevede che anche gli impatti composti dell’inflazione porteranno a prezzi più alti, come in Germania, dove l’inflazione del costo del lavoro è prevista al 6% nel 2025.
Sulla ristorazione pesa anche l’ampliamento dell’offerta di pasti pronti da parte dei supermercati. In Europa, infatti, i ristoranti hanno perso due punti percentuali di quota di mercato dal 79% al 77% tra il 2021 e la metà del 2024, mentre le vendite attraverso i canali al dettaglio sono cresciute dal 21% al 23%.
Per quanto riguarda nello specifico l’Europa il rapporto prevede una ripresa dei ristoranti “più graduale poiché la fiducia dei consumatori rimane sotto pressione” e si stima che la crescita dei volumi “sarà fiacca, dati gli aumenti di prezzo previsti per coprire i crescenti costi salariali”. Inoltre, i sondaggi nei mercati del Nord Europa come Germania, Svezia e Paesi Bassi hanno dimostrato che i consumatori “sono probabilmente disposti a pagare di più per opzioni sostenibili e/o più salutari, offrendo agli operatori della ristorazione qualche opportunità di capitalizzare queste tendenze in evoluzione”.