Ipotesi Fico o Costa per Campania. Sul “terzo mandato” Conte passerà da garanti

Roma, 20 gen. (askanews) – Si avvia a conclusione il percorso di “rifondazione”, o più realisticamente di riorganizzazione del Movimento 5 stelle. Nella riunione odierna del Consiglio nazionale il presidente, Giuseppe Conte, ha illustrato le proposte delle nuove regole interne, approvate dagli iscritti nel voto dell’assemblea costituente ma non tutte applicabili in automatico: su alcuni temi le scelte più votate (non necessariamente contrapposte le une alle altre) vanno tradotte in una sintesi formale per statuto e codice etico.

Da Campo Marzio confermano che il Consiglio nazionale non sarà nuovamente convocato sullo stesso tema e l’ex premier presenterà i testi al Comitato di garanzia, l’organismo interno sopravvissuto (anche se verrà modificata la sua composizione nel nuovo statuto) alla consultazione on line che ha abrogato la figura del garante Beppe Grillo.

Il cuore della discussione, “in un clima di serenità e di confronto”, raccontano le fonti ufficiali, è stato rappresentato dal tema del superamento del limite dei due mandati elettivi nelle istituzioni: chi c’era racconta di interventi diversificati, con opinioni anche apertamente contrapposte, ma in sostanza alcuni punti fermi sono emersi.

“Conte ha ascoltato tutti, in vista della sintesi che deve fare”, dice uno dei presenti. In sostanza è certo che sarà superato il divieto di candidatura a sindaco o presidente di Regione per chi ha già svolto due mandati in Parlamento: è l’atteso via libera all’ipotesi che l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, o l’ex ministro, Sergio Costa, possano correre come rappresentanti del centrosinistra per la guida della Regione Campania.

Meno definita la questione del “terzo mandato”: il Consiglio nazionale, comunque, concordano diverse fonti interne, ha condiviso il no alla possibilità (peraltro quella che aveva raccolto i minori consensi nel voto degli iscritti) di saltare da una istituzione all’altra, considerando il limite solo per ciascun livello istituzionale.

“Viene confermato il no al carrierismo”, rivendicano dall’entourage di Conte, chi ha fatto due volte il senatore o il deputato non potrà semplicemente spostarsi in un consiglio regionale o comunale (se non, appunto, per cariche monocratiche a elezione diretta come presidente di regione o sindaco, per le quali varranno gli attuali limiti di legge). E non sarà automatico nemmeno il meccanismo del cosiddetto “stop and go”, cioè non basterà aver saltato una legislatura, dopo aver fatto due mandati, per potersi liberamente ricandidare.

Il passaggio successivo è quindi nelle mani di Conte, che dovrà mettere nero su bianco le nuove regole, e, dopo il passaggio dal Comitato di garanzia, l’ultima parola spetterà probabilmente a un nuovo pronunciamento degli iscritti, sempre attraverso il meccanismo del voto on line.

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