Per l’Italia limatura su quest’anno ma miglioramento sul 2026

Roma, 17 gen. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale ha rivisto leggermente al rialzo la previsione di crescita economica globale di quest’anno al 3,3%. E per il 2026 si attende una espansione analoga, secondo le ultime cifre pubblicate in un parziale aggiornamento del suo World Economic Outlook. Rispetto alle previsioni precedenti, che risalivano allo scorso ottobre, il dato del 2025 è stato alzato di 0,1 punti percentuali.

Il Fmi ha consistentemente rivisto in meglio la previsione di crescita economica degli Stati Uniti di quest’anno, in cui debutterà la nuova amministrazione Trump: 0,5 punti percentuali al più 2,7%. L’attesa di crescita sul 2026 è stata alzata di 0,1 punti al 2,1%.

All’opposto ha rivisto al ribasso all’1% la previsione di crescita dell’area euro sul 2025 e all’1,4% quella sul 2026, rispettivamente di 0,2 e 0,1 punti percentuali inferiori rispetto alle stime di tre mesi fa. Questi dati risentono del pesante taglio sulle previsioni di crescita della Germania (0,5 punti in meno sul 2025 allo 0,3%) e anche del taglio sulla Francia. Per l’Italia il Fmi ha limato di 0,1 punti la stima del Pil 2025 al più 0,7%, mentre ha alzato di 0,2 punti quella sul 2026 al più 0,9%.

Confermate le previsioni di crescita del Giappone all’1,1% quest’anno e allo 0,8% il prossimo, mentre la stima sulla Gran Bretagna è stata alzata di un decimale di punto quest’anno, all’1,6%, e confermata sul prossimo all’1,5%.

Passando ai giganti emergenti, il Fmi ha alzato le previsioni di crescita economica della Cina al 4,6% quest’anno e al 4,5% il prossimo, rispettivamente 0,1 e 0,4 punti percentuale in più da tre mesi fa. Per l’India ha confermato la stima di crescita dello 6,5% sia quest’anno che il prossimo, il valore che si conferma più elevato tra le maggiori economie globali.

Il Fmi anche ritoccato al rialzo di 0,1 punti percentuali la previsione di crescita della Russia di quest’anno, all’1,4%, e confermato quella sul 2026 all’1,2%. Per il Brasile prevede 2,2% di crescita su entrambi gli anni, nel primo caso il dato è confermato per il prossimo anno è limato di 0,1 punti percentuali.

Il Fmi prevede nuovi calmierati dell’inflazione media globale, al 4,2% quest’anno e al 3,5% il prossimo. Nell’editoriale dello studio, l’istituzione di Washington rileva che i rischi di medio termine nello scenario di base sono orientati al ribasso, mentre per il breve termine “le prospettive sono caratterizzate da rischi divergenti. Potrebbe raffrozarsi la già robusta crescita degli Stati Uniti nel breve termine, mentre in altri paesi i rischi sono al ribasso nell’ambito di una elevata incertezza sulle politiche”.

Eventuali problematiche create nel processo disinflazionistico da misure politiche potrebbero interrompere il cambio di passo delle politiche monetarie, con implicazioni non positive per la sostenibilità dei conti pubblici e la stabilità finanziaria. Secondo il Fmi gestire questi rischi richiede attenzione alle ricadute tra inflazione e attività economica reale, il ripristino di margini di bilancio e il rafforzamento di prospettive di crescita nel medio termine tramite riforme strutturali, regole multilaterali e cooperazione.

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