Domenica 19 gennaio, per la rassegn Science Fiction
Roma, 16 gen. (askanews) – Domenica 19 gennaio alle ore 11.30, al Teatro Villa Pamphilj di Roma, per la rassegna Science Fiction – la scienza a teatro, va in scena in prima assoluta il nuovo spettacolo del collettivo Effetto Joule “Buonanotte, caro Albert”, scritto da Enrico Ferraro e interpretato da Valeriano Solfiti.
Che cos’è la gravità? A quanto pare la domanda, più che essere spontanea e rivelatrice di curiosità genuina, rischia di essere un puro gioco di parole, senza alcun rapporto con la realtà. Perché non ha senso porre questa domanda? E in che modo si può capire la gravità, generatrice di questo “peso” che sentiamo da quando nasciamo e sperimentiamo per tutta la vita? Per capire è necessario raccontare una storia di come la scienza sia nata e sviluppata, di come gli antichi sapessero già molto e il pensiero fideistico cancellò molte conoscenze e scoperte, di come anche la scienza abbia le sue trappole e solo riuscendo a superarle è possibile comprendere qualcosa di molto piccolo e invisibile. Piccole cose invisibili e immanenti con la nostra presenza riflettono il funzionamento della gravità. Come facevano gli scienziati ellenistici a comprenderne il funzionamento? Cosa dicevano loro i fenomeni? Come li leggeva Galileo e dopo di lui Newton? Come ci aiuta la matematica? Quale fu l’idea felice di Einstein? Tutta la storia sembra insegnarci che per comprendere la gravità è necessario aumentare la sensibilità. Prima di tutto del nostro pensiero, della capacità di cambiare punto di vista e immaginare qualcosa che non possiamo percepire. Poi è necessario che i nostri strumenti siano in grado di leggere quelle piccole increspature dello spazio tempo che sono la chiave di un nuovo universo.
Ci sono rami della scienza difficili da divulgare, difficili da spiegare a chi non ha dimestichezza con quello specifico linguaggio – il che coincide spesso con anni e anni di studio – eppure intrisi di profonda bellezza.
Science Fiction è un progetto che nasce dalla collaborazione tra scienziati, attori, registi, insegnanti e formatori del settore creativo per liberare la scienza dall’idea di essere argomento solo per tecnici, affrontata dal resto del mondo in poche ore durante il ciclo scolastico e per il resto della vita recepita giusto in qualche notizia sensazionalistica. Un format di proposte teatrali a tema scientifico e matematico che punta a rendere accessibile a chiunque, anche a chi proprio non capisce, temi e concetti che nell’immaginario collettivo risultano inaccessibili e che invece possono essere affascinanti, umanistici, letterari, e anche poetici o comici. Dietro ogni storia di scienza e di scienziati ci sono vite incredibili, sogni, visioni inimmaginabili, iperboli, fallimenti e miserie che hanno avuto il potere di cambiare le nostre vite, le vite di tutta l’umanità, generando scoperte, rivoluzioni e progresso. Queste storie meritano di essere raccontate, e Science Fiction si avvale proprio del linguaggio teatrale per allargare, nella formula più semplice e arcaica, la dimensione della scienza a quella della comunità e viceversa. Due linguaggi differenti che trovano una sintesi comune: un racconto, una suggestione.