Presentata al Comune una richiesta ufficiale di accesso agli atti
Milano, 16 gen. (askanews) – “Dopo cinque anni di silenzio i cittadini hanno diritto di conoscere il progetto per ‘la riapertura totale dei navigli milanesi’ redatto da Mm a seguito dell’incarico ricevuto dal Comune di Milano nel dicembre 2019. Un progetto con un costo preventivato di circa 2,3 milioni di euro che doveva essere completato in 240 giorni e comunque entro la fine del 2020. Il progetto è stato consegnato da Mm all’amministrazione comunale ma l’istruttoria per l’approvazione si è interrotta senza alcuna motivazione da parte del sindaco e della giunta”. Così in una nota il presidente dell’associazione Riaprire i Navigli, Roberto Biscardini.
“L’associazione Riaprire i Navigli, che ritiene legittimamente di rappresentare gli interessi di tutti coloro che con il referendum del 2011 hanno votato a favore della riapertura dei Navigli, ha presentato al Comune di Milano una richiesta ufficiale di accesso agli atti per conoscere il progetto di Mm e di cui a distanza di cinque anni si sono perse le tracce” ha aggiunto.
Si tratta di più di 450.000 cittadini, pari al 94% dei votanti, che nel 2011 votarono a favore della riapertura dei Navigli e “adesso hanno diritto di conoscere lo stato di avanzamento del progetto. E hanno diritto di conoscerlo anche qualora il progetto Mm dovesse essere per diverse ragioni ancora modificato o perfezionato. Così come è giusto che il progetto sia reso noto a tutti i cittadini milanesi che con il Bilancio comunale hanno partecipato pro quota a sostenere le spese, non poche, della sua redazione. Ciò che non è accettabile è che il progetto di MM si sia insabbiato e sia chiuso in qualche cassetto del Comune” ha aggiunto il rappresentante dell’associazione.
Infine per Biscardini la motivazione secondo la quale il progetto, ancorché concluso, non viene reso noto né ai consiglieri comunali, né ai cittadini “solo perché la giunta in cinque anni non è riuscita o non ha ritenuto opportuno concludere l’iter di approvazione, è paradossale. E contrasta con il principio di trasparenza con il quale dovrebbe essere gestita qualunque amministrazione pubblica. Adesso la giunta ha tempo trenta giorni per dare una risposta scritta”.