“Facciamo formazione per raggiungere obiettivi puntando a qualità”
Milano, 14 gen. (askanews) – “Il 2025 sarà un’annata strategica, dopo che il 2024 è stato caratterizzato dalla siccità e il 2023 ha colpito con la peronospora. In assenza di volumi orientiamo alla selezione della qualità: la sfida è lavorare in modo coordinato per creare valore, dai vitigni alle cantine, mantenendo lo stesso fatturato con la metà del raccolto”. A dirlo è Giuseppe Gambino, direttore vendite e sviluppo commerciale di Cantine Colomba Bianca.
Nell’area trapanese della Sicilia Occidentale la potatura si inizia a dicembre con le varietà precoci (Pinot Grigio, Chardonnay, Syrah), si prosegue a gennaio per Grillo, Catarratto, Nero d’Avola, Insolia, Zibibbo e Nerello Mascalese. In questa fase cruciale per il futuro delle produzioni, la cooperativa sociale siciliana che conta circa 2.400 viticoltori, incontra e forma i produttori con il supporto dell’agronomo Filippo Paladino e dell’enologo Antonio Pulizzi, per migliorare la tecnica del taglio e raggiungere gli obiettivi comuni. Con la potatura della vite si elimina ciclicamente una parte di legno per aumentare la qualità delle uve migliorandone la distribuzione nello spazio. Le dimensioni dei tagli della potatura influiscono sulla vitalità della pianta, e grazie a metodi innovativi è possibile gestire al meglio la canalizzazione e ridurre il rischio di infezioni e malattie, oltre che rafforzare la pianta che in assenza d’acqua fa fatica a lignificare.
“La siccità ha messo in difficoltà le produzioni della Sicilia Occidentale nel periodo in cui c’era più bisogno d’acqua, da fine giugno ad agosto, dunque si opta per una potatura meno invasiva: tagli piccoli, più gentili e necessari” ricordano Pulizzi e Paladino, spiegando che “i tagli sono come ferite per la pianta, tanto più vecchio e grosso è il legno tagliato, tanto più grande e profondo sarà il cono di disseccamento con conseguenze sul rallentamento del passaggio della linfa lungo il fusto e una riduzione delle sostanze di riserva. In caso di siccità tutto questo può indebolire i fusti, rendere i tralci meno resilienti alle avversità climatiche e più deboli in caso di attacchi parassitari. Le uve in piena maturazione – proseguono – anziché essere destinatarie del nutrimento, potrebbero diventare fonte per la pianta che, con l’esposizione alla fotosintesi e senza acqua, va in disidratazione e attinge energia dai suoi stessi grappoli per guadagnarsi la sopravvivenza”.
La scorta lignea va preservata, occorre tutelare le future gemme e favorire il risveglio dei germogli: la vite, nel corso della stagione vegetativa, utilizza l’energia prodotta dalle foglie per mettere da parte sostanze di riserva che serviranno per la crescita dei germogli durante la primavera successiva, le sostanze di riserva immagazzinate nel legno sono il suo ‘serbatoio di energia’. Maggiore sarà la quantità di legno sano – continuano – maggiore sarà l’energia disponibile e quindi la capacità della vite di resistere alla siccità, germogliare bene, di anno in anno. “Formiamo i produttori da oltre 15 anni per ottimizzare la cura dei vitigni tenendo conto delle avversità da superare, annata dopo annata. La selezione è la chiave del nostro successo, con tagli attenti favoriremo la vegetazione di pochi grappoli dalla grande qualità” racconta il presidente di Cantine Colomba Bianca, Dino Taschetta, precisando che “sono sempre più rare le viti con una lunga e felice vecchiaia che raggiungono i 40 anni, sono più diffuse le produzioni di circa 10 anni: con la linea ‘Resilience’ raccogliamo uve da vitigni che hanno compiuto almeno 25 anni di età”. La cooperativa si accinge intando ad imbottigliare prima i bianchi e poi i rossi fino a marzo, mentre dopo la vendemmia 2024, il Metodo Classico sarà messo in bottiglia nel 2029.