Data particolare quella di venerdì 17 gennaio, che la direzione della Kosovo Philarmonic Orchestra ha scelto per dar inizio alla nuova stagione sinfonica. Il concerto inaugurale, che si terrà alle 19,30 nel Palazzo Atelier della Gioventù di Pristina, è stato affidato al direttore Jacopo Sipari di Pescasseroli e alla violinista Abigeila Voshtina.
“Sono molto felice di salire sul podio – ha dichiarato il Maestro Jacopo Sipari – della prestigiosa Orchestra Philarmonica del Kosovo, istituzione con le cui masse corali quale ho già avuto il privilegio di collaborare, in occasione dell’esecuzione del Requiem di Giuseppe Verdi, dei quattro pezzi sacri e dei Carmina Burana in Tirana. Un debutto alla testa di questa formazione, per la quale si è scelto, di concerto un programma di non comune ascolto, a cominciare dal poema sinfonico Finlandia di Jean Sibelius, una pagina a me molto cara, vicina a questo tempo e a questo momento che viviamo tutti: più freddo e uguale a se stesso è lo spazio esterno, come lo è quello finlandese, più limpidi ed estesi sono i pensieri, le sensazioni, ma più stretti e profondi sono anche i legami comunitari che si stringono fra le persone chiamate a condividere la durezza di quei luoghi, tra le cui note viene anticipata la proposta e l’essenza musicale della musica di Prokof’ev per l’Alexander Nevskij. Ritrovo, poi, il violino di Abigeila Voshtina, stavolta interprete del concerto di Max Bruch, ricco di pathos romantico e con un intenso lirismo melodico, a tratti drammatico, un’anteprima di ciò che eseguiremo con la Israel Philharmonic in febbraio, e in chiusura, la “musica marina” di Rachmaninov, uno dei miei autori preferiti, del quale ho letto praticamente tutto, il poema sinfonico l’Isola dei morti, che debutto, qui. Una pagina splendida in cui la barca di Caronte, schizzato in 5/8 ed echi del Dies Irae nel rollio, si aprono, poi, al cosiddetto “Tema della vita”, per darla poi vinta, ancora una volta, al dominio del destino e della morte”.
Protagonista del concerto kosovano, sarà la violinista Abigeila Voshtina la quale col suono del violino, un Dante e Alfredo Guastalla del 1936, pastoso e capace di colori e inflessioni nobilissime, darà “voce” al concerto per violino n°1 di Max Bruch “E’ un privilegio per me – ha rivelato la violinista albanese – inaugurare il cartellone dell’ente più longevo del Kosovo. Una scoperta assoluta per me, che sono già stata in questo splendido paese a suonare in due festival diversi di musica da camera, ma non invitata da un ente statale e per questo ho da ringraziare il direttore artistico della filarmonica Dardan Noka. Riguardo al concerto scelto è certo l’opera più eseguita di Bruch, attraverso cui si riesce a ben inquadrare il carisma di un violinista, con quel suo Adagio che risulta come un vero e proprio abbraccio che ti porta via e va oltre l’unità di tempo solitamente usata, lasciando alla sensibilità di solista e direttore di attraversare questa pagina dall’andamento rapsodico, evocando man mano caratteri zingareschi ungheresi, in omaggio al dedicatario Joachim, e appassionatamente romantici, per concludere con un finale rarefatto ed evanescente, prima di cedere il testimone all’Allegro energico di stampo virtuosistico, non particolarmente originale nei temi ma assai ben architettato nel gioco delle parti tra violino e orchestra”.
Un programma di non semplice tessitura, questo scelto dal direttore artistico Dardan Noka, per densità della parte orchestrale che rende i due poemi sinfonici in scaletta, esempi complessi e affascinanti, per naturalezza e immediatezza tematica, caratteristiche di tutta la produzione sinfonica di Sibelius e Rachmaninov, contraddistinta, come sono da un’ispirazione genuina, non afflitta da schematismi, affiancati da un lavoro, quale è il concerto di Bruch di straordinaria intensità emotiva, dalla fisionomia amabile e discorsiva: un fascinoso miscuglio di spiritualità e passione, colonna sonora centrata dal direttore artistico per l’abbrivio ad un periodo, per noi italiani, rituale, circoscritto nel tempo, durante il quale si forma una comunità metastorica che guarda a scatenare forze positive, qui attraverso la grande Musica, per un nuova potente e ferace rinascita.
Jacopo Sipari di Pescasseroli
Laureatosi con Marco Angius con il massimo dei voti e lode in direzione d’orchestra, composizione e direzione di coro presso il conservatorio di Trieste, diplomato anche in canto lirico presso il conservatorio dell’Aquila, a cui accoppia saperi classici, essendo avvocato della Sacra Rota, con un dottorato in diritto penale e uno in lingua latina medievale e comunica in quattro lingue. E’ attualmente direttore artistico del Festival di Tagliacozzo, direttore principale del Teatro dell’opera di Varna, direttore musicale di Sacrum Festival e direttore musicale dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, nonché docente di esercitazioni orchestrali presso il Conservatorio “Gesualdo da Venosa” di Potenza.
Abigeila Voshtina
Dopo gli studi al Liceo “Jordan Misja” si diploma in violino al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.
Studia contemporaneamente alla “Chigiana” e Scuola di Musica di Fiesole, ottenendo il Diploma ad Honorem e Merito. Dopo un’intensa carriera come violinista nei più famosi teatri italiani, con i migliori direttori d’orchestra del mondo come Chailly, Maazel, Rostropovich, Gatti, Temirkanov, Dutoit, Masur, torna in Albania come Direttore Artistico del Teatro Nazionale dell’Opera e del Balletto dal 2013 al 2021.
Registra per le case discografiche più famose del mondo, come Decca, Deutsche Grammaphon, Tactus.
Nel maggio 2020 le è stato conferito il titolo di Cavaliere della “Stella d’ Italia”.
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