A lavoro anche l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno e l’Università degli Studi “Federico II”
Come già ho avuto modo di sottolineare qualche settimana fa, la vicenda brucellosi a Caserta assume sempre di più una connotazione politica e poco tecnica. A farne le spese, come al solito, sono gli allevatori che, peraltro, già da qualche mese sono alle prese con l’imposizione del prezzo del latte, molto inferiore rispetto all’anno precedente, talmente basso che risulta persino insufficiente a coprire i costi di produzione alla stalla.
Così Salvatore Ciardiello, presidente di Copagri Campania, a margine degli ultimi eventi verificatisi in Campania nel decorso week end, a proposito di brucellosi bufalina.
Dispiace, prosegue Ciardiello, che pure qualche tecnico si stia prestando a interessi di natura politica che, certamente, non giovano al comparto bufalino.
Solo alcune settimane fa, presso gli uffici del Supervisore regionale del piano di eradicazione della brucellosi, alla presenza di una ventina di addetti ai lavori (Regione, Asl Caserta e IZSM), erano state pronunciate parole di elogio da parte del Commissario nominato dal governo nazionale, rispetto all’operato e ai risultati conseguiti dalla squadra regionale, che, negli ultimi due anni, si è occupata a pieno ritmo di brucellosi bufalina. A sentirlo parlare negli ultimi giorni del medesimo argomento, il Commissario di governo ha espresso un giudizio diametralmente opposto, descrivendo come un mezzo disastro l’operato della Regione Campania.
Dovrebbe essere compito di tutti rasserenare gli animi per il bene comune del comparto, invece di puntare il dito su presunti fallimenti regionali, che i dati, pubblici e in possesso del Ministero della Salute, peraltro smentiscono. Infatti, sarebbe più che sufficiente verificare il numero di focolai di brucellosi e il numero di animali registrati nel 2021 in provincia di Caserta, rapportandoli con gli stessi dati registrati nel 2024. Cui prodest tutto ciò? Questo clima serve a qualcuno per le elezioni regionali di novembre 2025?
L’estensione della vaccinazione agli animali adulti, dell’autocontrollo con il test SAR e la revoca del divieto di fecondazione artificiale presso gli allevamenti focolaio, sono tutte misure che Copagri Campania ha sostenuto con forza e che la Regione Campania ha chiesto al Ministero della Salute. Purtroppo, per i primi due casi sono pervenuti secchi dinieghi, per l’ultimo caso siamo ancora in attesa di una risposta dal Dicastero della Salute da agosto del 2024. Vogliamo solo ricordare a chi di dovere che, negare la fecondazione in un allevamento da riproduzione, seppur con la presenza di brucellosi, equivale a condannare l’azienda al fallimento! Anche perché, specifica Ciardiello, gli indennizzi per gli abbattimenti delle bufale infette, recentemente disposti dal Ministero, sono assolutamente insufficienti per l’acquisto di una bufala di pari livello.
Copagri Campania, conclude Ciardiello, esprime, ancora una volta, piena fiducia nell’operato della squadra regionale e apprezzamento al Presidente Vincenzo De Luca per le risorse economiche, pari a 15 milioni di euro, che la Regione Campania ha impegnato per il cd. “mancato reddito” degli allevatori bufalini, i cui stabilimenti sono stati colpiti dalla brucellosi.
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