Con gli atelier per artisti e un caffè letterario
Venezia, 10 gen. (askanews) – È stato inaugurato a Mestre, nella terraferma veneziana, lo spazio dell’Emeroteca dell’Arte, un progetto realizzato dalla Fondazione Musei Civici veneziana che porta, in uno storico palazzo del centro cittadino un caffè letterario e degli atelier per residenze di giovani artisti.”La prima sfida – ha detto ad askanews Monica Rosina, Responsabile Servizio Tecnico Manutenzione e Allestimenti di MUVE – è stata dare un concept all’idea di caffè letterario e di creare un dialogo tra la parte degli atelier per gli artisti, perché comunque quando la parte sopra era pronta era già destinata agli atelier, e invece creare questo caffè letterario che avesse in sé sia, come dire, l’idea di raccontare i lavori dei ragazzi, sia l’idea di accogliere la città, perché in sostanza l’idea dell’emeroteca, anche della scatola architettonica, era restituire un edificio alla città con una nuova connotazione, un nuovo dialogo e un nuovo tema legato proprio alla comunità e alla collettività”.L’Emeroteca vuole offrire un punto di riferimento alla comunità artistica già presente a Mestre, ma, soprattutto, essere un nuovo spazio di cittadinanza. “È un progetto che Fondazione Musei Civici, su Indicazione del Comune – ha aggiunto Mattia Agnetti, segretario organizzativo della Fondazione – ha voluto con spirito fortemente sociale. È un progetto rivolto alla città, ma rivolto anche ai giovani che sono ospiti di Fondazione Musei Civici per 10 mesi e che si alterneranno ogni 10 mesi. Quindi è veramente un’opportunità che vogliamo dare ai giovani che escono dall’accademia, ma anche ai giovani che hanno già una prima esperienza nel mondo dell’arte”.E il caffè letterario, nato anche dopo avere studiato diversi modelli in Italia e all’estero, ha la funzione di essere anche una sorta di punto d’incontro e scambio con gli artisti, oltre che sede di incontri ed eventi. “Non volevamo inventarci niente di nuovo – ha concluso Monica Rosina – ma volevamo proprio restituire una forma di idea di casa nella quale risultasse che gli ospiti fossero sempre presenti, quindi che i ragazzi e gli artisti, potessero scendere, parlare, sedersi nei divani, mangiare, ecco. Era un po’ l’idea della collettività attraverso l’architettura”.In un certo senso è anche un’ulteriore messa in pratica dell’idea di una Venezia più grande della sola, notissima e affollata parte insulare, ma capace di abbracciare e coinvolgere con la cultura anche il resto della città.
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