L’italiana a Los Angeles: anche casa figlio Biden andata distrutta
Milano, 10 gen. (askanews) – “Un’aria pesante per le ceneri e gli incendi”, estremamente secca, a causa dell’assenza “di piogge consistenti da mesi” ma “Los Angeles è troppo grande per bloccarsi o fermarsi all’evento catastrofico”. Cynthia Penna, italiana a Los Angeles torna a raccontare ad askanews come sta vivendo la situazione la Città degli Angeli, afflitta dai roghi e dalla “secchezza del clima”. Dove il bilancio effettivo delle vittime resta poco chiaro, decine di migliaia di persone sono state colpite dagli ordini di evacuazione e anche la casa del figlio del presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, Hunter, è andata in fumo, trasformandosi in una massa carbonizzata di muratura sbriciolata con solo due comignoli ancora in piedi.
“Siamo al 10-15% di umidità totale nell’aria in tutta la contea di Los Angeles” ci dice Penna. “Quindi a questo punto è chiaro che gli incendi partono molto velocemente: dal mese di febbraio dello scorso anno non piove, non piove in maniera consistente in modo da inumidire il terreno. Il terreno è secchissimo, la vegetazione è secchissima”.
Penna è una curatrice d’arte che ha contribuito ai rapporti interculturali tra la California e l’Italia. Conosce davvero bene Los Angeles e afferma che bisogna tenere conto anche “dell’immensità della contea di circa 19 milioni di abitanti e di un’estensione pari alla Campania intera” rispetto alla quale le comunità colpite sono “piccole” ma “si lavorerà per loro”, per chi “ha perso casa”.
In questo contesto l’annullamento del viaggio in Italia di Joe Biden – e anche quello di Kamala Harris a Singapore, Bahrein e Germania con il Second Gentleman – è più che logico. “Certamente sia Biden che la vicepresidente Harris devono essere per forza negli Usa, anche per supportare moralmente le persone che hanno perso le case. Fra l’altro tra le case bruciate dall’incendio di Pacific Palisades c’è anche quella di Hunter Biden” a Malibu: “è andata distrutta”. E quindi, come fa notare Penna, c’è anche un inevitabile coinvolgimento “familiare” nella situazione drammatica, oltre al “dovere presidenziale. Il presidente è venuto qui per supportare le persone che hanno perso le loro case”.
Intanto il bilancio è di circa 10.000 strutture distrutte tra l’incendio costiero di Palisades, che è ora il più distruttivo che abbia mai colpito la contea di Los Angeles, e l’incendio di Eaton, che ha devastato intere comunità. “Sono andate perdute anche molte attività commerciali, ma la vita a Los Angeles continua perché Los Angeles è troppo grande per bloccarsi o fermarsi all’evento catastrofico”.
(di Cristina Giuliano)