Tanti i riconoscimenti ottenuti dalla Cantina di Monticelli Brusati
Milano, 9 gen. (askanews) – “Il 2024 è stato un anno di grandi soddisfazioni, il più importante nella storia della nostra azienda. Questi successi sono il frutto di una filosofia aziendale che ha una particolare attenzione all’ambiente e alla valorizzazione del patrimonio viticolo di famiglia. Desideriamo ripartire fin d’ora con rinnovato entusiasmo verso nuove sfide, continuando a interpretare la Franciacorta secondo la nostra visione, fatta di pazienza e rispetto per la natura”. Così Roberta Bianchi e Paolo Pizziol (in azienda dal 1984), che con i figli Alessio e Matteo, guidano Villa Franciacorta parlano dei tanti riconoscimenti che quest’anno hanno premiati i loro vini, a partire da quello della rivista Falstaff all’”RNA Riserva Extra Brut Millesimato 2007″, giudicato non solo il più buono della Denominazione ma il miglior spumante italiano con un punteggio di 97/100. Questo Metodo Classico ha conquistato anche il “Faccino” di Doctor Wine con 95/100 nella Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2025, il “Grande Esordio 2025” nella guida Oro I Vini di Veronelli, la “Corona” di Vini Buoni d’Italia con l’inserimento nei Top 300 vini, la Medaglia d’oro da The Wine Hunter e il riconoscimento “Quattro Viti” con “Gemma” da Vitae 2025, conferito ai vini che hanno ottenuto un punteggio superiore a 94/100 e le 5 “Sfere” di Sparkle 2025 con il premio speciale “Vino dell’Emozione”. “La Franciacorta per noi non è una bandiera da sventolare – sottolinea Bianchi – ma una filosofia e con RNA prende voce un grande terroir che esprime l’unicità di questo suolo di origine marina, tutta la forza delle vigne vecchie, la preziosità dei Cru di collina e il valore del tempo”.
Fondata da Alessandro Bianchi (scomparso nel 2020 a 86 anni) che fu tra i 29 produttori che nel 1990 diedero vita al Consorzio della Franciacorta, questa è stata tra le prime aziende a introdurre il concetto di millesimato già nel 1978 e ancora oggi è l’unica Cantina di queste dimensioni a produrre esclusivamente millesimati con uve proprie con il metodo del remuage manuale e con affinamenti sui lieviti che vanno da 3 a 15 anni. “Il tempo per noi è l’ingrediente più importante, secondo solo al terroir” rimarca Roberta Bianchi, terza generazione alla guida dell’azienda.
Nell’anno appena concluso il successo si è esteso all’intera gamma dei “Franciacorta Villa”: medaglie oro all’International Wine Challenge 2024 per “Mon Satèn 2019” e “Bokè Rosé Brut 2019”, mentre “Extra Blu Extra Brut 2019” ha ottenuto i 5 Grappoli Bibenda 2025 e le 5 Sfere Sparkle 2025, che condivide con “Cuvette Brut 2019”. Anche “Emozione Brut 2020”, Franciacorta storico dell’azienda, ha conquistato la medaglia oro a The Champagne & Sparkling Wine. Una particolare menzione anche a “Bokè Rosé Brut 2020”, premiato con le Tre Stelle Oro dalla guida I Vini di Veronelli 2025, e a “Emozione Unica Extra Brut 2017” che, come “Extra Blu Extra Brut 2019”, ha ottenuto la medaglia oro The Wine Hunter. La guida Falstaff ha ulteriormente premiato la collezione, assegnando 94/100 a “Emozione Brut 2019”, 93/100 a “Mon Satèn 2018”, 92/100 a “Bokè Rosé Brut 2019” ed “Extra Blu Extra Brut 2019”, confermando ancora una volta l’altissimo livello dell’intera produzione.
L’azienda di Monticelli Brusati (Brescia) che imbottiglia vino dal 1974, conta oggi cento ettari di proprietà che abbracciano il Borgo del Cinquecento, di cui 38 a vigneto, gli altri a seminativo e boschivo, e altri 8 a vigneto, in Comuni limitrofi, per un totale di 46 ettari vitati a conduzione biologica certificata nel 2017. Piante e una grande cantina ipogea da cui nascono 11 etichette di Franciacorta, cinque vini fermi e due grappe. La produzione potenziale si aggira intorno alle 250mila bottiglie di cui circa il 20-25% prende la strada dell’export che si concentra principalmente in Svizzera, Austria e Giappone. Già negli anni Sessanta, Alessandro Bianchi aveva pensato a creare una sorta di zonazione, un lavoro che ha portato l’azienda a dividere i vigneti in 25 parcelle, che sono vendemmiate e vinificate separatamente. Gran parte delle vigne si trovano lì ancora oggi a 45 anni di distanza ed è proprio da queste che viene prelevato il materiale genetico per i nuovi vigneti. Un lavoro di costante ricerca che continua tutt’ora, scegliendo i sesti d’impianto e forme di allevamento più idonei, talvolta controcorrente come, ad esempio, il mantenimento di un vigneto storico a Gdc (“Geneva double courtain”, Doppia cortina in italiano) una forma di allevamento oramai rara che, secondo i titolari di questa realtà, “dimostra una grande adattabilità di fronte al cambiamento climatico”. Il parco vitato è caratterizzato da diversi cloni all’interno delle stesse varietà e diversi portainnesti, con una età media delle viti di circa 25 anni.
Villa Franciacorta, scelta dall’Università Cattolica di Brescia come “case history” sulla sostenibilità ambientale, è stata anche una delle prime aziende a credere nell’enoturismo e dopo aver restaurato interamente l’antico borgo, nel 1990 ha inaugurato l’agriturismo Villa Gradoni ai piedi dell’omonima collina con tanto di ricercato ristorante, “Éla, Osteria in Villa”.