I dati del Censimento permanente della popolazione
Milano, 9 gen. (Askanews) – Lieve calo della popolazione in Italia nel 2023: la sesta edizione del Censimento permanente della popolazione ha calcolato che nel nostro Paese dimorano abitualmente 58.971.230 persone, con una flessione dello 0,4 per mille rispetto all’anno precedente. “Si registra un lievissimo calo di popolazione – ha commentato Saverio Gazzelloni, direttore delle Statistiche demografiche e del censimento per l’ISTAT – pari a circa 26.000 persone in meno in un anno. Questo calo, messo subito in luce, è molto differenziato sul territorio: il sud e le isole perdono quote significative di popolazione, il centro rimane sostanzialmente stabile, mentre il nord-ovest e e il nord-est guadagnano quota importanti di popolazione”.Questo processo è anche una sintesi dei movimenti migratori, con un numero di stranieri residenti che cresce del 21,8 per mille, arrivando a oltre 5 milioni e 250mila persone. “Gli immigrati dall’estero – ha aggiunto il direttore – transitano dal sud e si spostano verso il centro e il nord, mentre gli immigrati in Italia transitano dal sud e rimangono al nord e invece molti giovani del nord emigrano all’estero. A sintesi di tutto ciò c’è appunto una situazione favorevole alle regioni del nord”.Il censimento ha confermato anche quest’anno il processo di invecchiamento della popolazione, con un indice di vecchiaia che per la prima volta raggiunge il 200%. “Ci sono due persone di 65 anni e più per ogni persona di 0-14 anni – ha detto ancora Gazzelloni -. La speranza di vita che emerge dalle analisi demografiche e dal bilancio della popolazione è differenziata sul territorio, c’è una differenza di circa tre anni per gli uomini tra la provincia di Trento e la Campania, come di tre anni e mezzo per le donne, sempre tra la provincia di Trento e la Campania”. Il censimento poi si è occupato anche degli italiani che vivono all’estero. “Abbiamo superato i 6 milioni – ha concluso Saverio Gazzelloni – una popolazione molto differenziata sia per localizzazione che per caratterizzazione, è molto presente in Europa, più del 54%, ed è molto differenziata rispetto al luogo di nascita, nel senso che molta popolazione è nata direttamente all’estero e soltanto circa il 30% fa riferimento a popolazione nata in Italia”. Questo dato testimonia che si tratta di processi migratori di vecchia data.
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