Tokyo “annusa” prossimo presidente, mentre chiude male con Biden

Roma, 7 gen. (askanews) – Tokyo e Washington si stanno annusando, in vista dell’arrivo alla Casa bianca di Donald Trump. Oggi – secondo quanto riportano i media giapponesi – il primo ministro nipponico Shigeru Ishiba ha invitato a cena il fondatore e patron di SoftBank, Masayoshi Son, per uno scambio di opinioni sul ritorno alla Casa bianca del tycoon americano, dopo che il numero uno del gruppo di telecomunicazioni e di investimenti si è recato in America per incontrare il futuro presidente e ha annunciato in una conferenza stampa congiunta investimenti negli Usa per 100 miliardi di dollari.

Ishiba ha chiesto un incontro con Trump – che prima dell’inizio del suo primo mandato aveva ricevuto l’allora premier giapponese Shinzo Abe come primo ospite internazionale – ma si è visto rifiutare l’incontro dallo staff di transizione del presidente Usa, sostenendo che sarebbe stato inopportuno per un presidente non ancora insediato incontrare un leader straniero. Posizione, poi, irrilevante quando si è trattato d’incontrare altri leader stranieri tra i quali il primo ministro canadese Justin Trudeau e altri, tra i quali recentemente anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Consapevole dello sgarbo, in seguito, sarebbe emersa in occasione della visita della vedova di Abe al presidente eletto un’apertura a incontrare Ishiba a metà gennaio, ma al momento non è ancora stata definita una data e dallo staff c’è chi sostiene che prima dell’inaugurazione della presidenza Trump – il 20 gennaio – è difficile che Ishiba trovi una compatibilità nella sua agenda.

Son invece è stato ricevuto da Trump in pompa magna, proprio perché portava in dote un investimento-monstre. Quindi, a quanto riferisce la NHK, il primo ministro lo ha invitato in un ristorante di Tokyo – alla presenza anche del ministro degli Esteri Takeshi Iwaya e il ministro dell’Economia, Commercio e Industria Yoji Muto.

“Poiché le relazioni tra Giappone e Stati uniti sono importanti, mi è stato chiesto di condividere alcune informazioni. Abbiamo avuto una conversazione sincera. Mi sono state chieste le mie impressioni riguardo alle politiche economiche della nuova amministrazione e ho risposto secondo il mio punto di vista”, ha dichiarato Masayoshi Son alla fine della cena.

L’occasione è venuta alcuni giorni dopo che l’amministrazione Usa uscente di Joe Biden ha bloccato l’acquisizione delle acciaierie US Steel da parte di Nippon Steel, un affare da 14,9 miliardi di dollari. Stop che sarebbe, in base alle dichiarazioni precedenti, condiviso anche dal presidente entrante Trump.

Oggi la questione è stata al centro degli incontri tenuti dal segretario di Stato Usa Antony Blinken, nella sua ultima visita a Tokyo come capo della diplomazia americana.

Iwaya, incontrando il suo omologo che poi ha visto pure Ishiba, ha sollevato la questione US Steel-Nippon Steel. “Ho ritenuto che, date le circostanze, non avessi altra scelta che sollevare la questione dell’acquisizione di US Steel, quindi ho affrontato il tema. Ho detto che considero gli investimenti tra Giappone e Stati uniti sono vantaggiosi per entrambi i paesi e che la decisione di vietare l’acquisizione per preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale, nonostante il sostegno ricevuto dai dipendenti di US Steel, è estremamente deplorevole” ha affermato in una conferenza stampa.

Il ministro degli Esteri ha osservato che sia le imprese giapponesi che quelle americane hanno ora serie preoccupazioni sul futuro degli investimenti tra i due paesi: “Tali preoccupazioni, in particolare, sono state espresse dai rappresentanti del settore industriale. Non possiamo fare a meno di prendere questa situazione sul serio. Durante l’incontro, ho chiesto alla parte statunitense di adottare misure per affrontare queste preoccupazioni”.

Ieri Nippon Steel e US Steel hanno presentato due cause federali per contestare l’interferenza da parte dell’Amministrazione Biden. La prima causa, presentata presso la Corte d’appello degli Stati uniti per il Distretto di Columbia, denuncia la violazione delle garanzie costituzionali, nonché “un’influenza politica illegittima”, e chiede alla corte di annullare la decisione di Biden. La seconda causa è stata depositata presso il Tribunale distrettuale degli Stati uniti della Pennsylvania contro i dirigenti delle aziende siderurgiche Cleveland-Cliffs e il sindacato USW per le loro “azioni illecite e coordinate” volte a ostacolare l’accordo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *