Spero che condizioni di detenzione non la segnino per sempre

Milano, 2 gen. (askanews) – “Va male, è ovvio però questo incontro” con la premier Giorgia Meloni “mi ha aiutato: ci siamo guardate negli occhi, anche tra mamme. La fiducia è tanta, sicuramente stanno lavorando e io sono un po’ come Cecilia, sono un po’ un soldato, aspetto e rispetto il lavoro che stanno facendo. Quello che potrò fare da parte mia lo farò, sicuramente loro stanno facendo il loro”. Lo ha detto Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, la giornalista italiana arrestata e detenuta in Iran, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“La Premier ha fatto un salto di qualità dalle rassicurazioni comprensibili che ricevo sempre, è stata più precisa e puntuale ed è questo che io volevo, e questo ho avuto” ha aggiunto la signora Vernoni, che si è detta soddisfatta dell’incontro. “E’ ovvio che ieri c’è stato un cambio di umore forte, però assolutamente sì”. Ci sono però due cose che continuano a preoccupare molto la madre di Cecilia. “La prima sono le condizioni di vita carceraria di mia figlia, si è parlato di celle singole ma non esistono celle singole lì, esistono delle celle di detenzione comuni e poi ci sono le celle di punizione, lei è in una di queste, evidentemente. Io non so come sono queste celle ma se una donna è per terra nel 2024 mi fa pensare che si chiamino così”, ha aggiunto Vernoni riferendosi alla possibilità che si tratti di una cella di punizione.

“Quindi la prima cosa sono le condizioni più dignitose di vita carceraria e poi decisioni importanti e di forza del nostro paese per ragionare sul rientro in Italia… Io non piango, non frigno, e non chiedo tempi perché sono realtà molto particolari, ma come dicevo a Cecilia ‘cerca di essere un soldato’ cerco di esserlo anch’io, però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni che non ha compiuto nulla devono essere tali che non la segnino per tutta la vita. Poi, io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è un’eccellenza italiana, non solo il vino e i cotechini”, ha concluso.

Palazzo Chigi, dal canto suo, ha ribadito che “il governo conferma l’impegno presso le autorità iraniane per l’immediata liberazione di Cecilia Sala, e, in attesa di essa, per un trattamento rispettoso della dignità umana. Il sottosegretario Mantovano, in veste di Autorità delegata, venendo incontro alle richieste delle opposizioni, ha dato immediata disponibilità al presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica Lorenzo Guerini a riferire al Copasir già domani mattina, e quindi per suo tramite al Parlamento”.

In serata anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani è tornato a parlare su Retequattro dei possibili tempi per la liberazione di Cecilia Sala: “Io mi auguro che non siano tempi lunghi, noi lavoriamo come abbiamo lavorato per Alessia Piperno che siamo riusciti a riportare in Italia dopo 45 giorni di detenzione, io mi auguro che siano i tempi siano i più brevi possibili, però non dipende da noi. Stiamo facendo tutto ciò che è nelle nostre possibilità, insieme con la presidenza del Consiglio e il ministero degli Esteri, tutti stiamo lavorando 24 ore su 24 per cercare di portare Cecilia a casa”.

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