A Genova lo sport diventa strumento di pace tra le comunità religiose

Milano, 28 dic. (askanews) – In un’epoca segnata da tensioni e divisioni, lo sport si afferma come un potente veicolo di tolleranza e conciliazione. In questa prospettiva, la European Muslim League, Organizzazione no profit, insieme alle comunità religiose organizza domani, 29 dicembre, l’evento sportivo dal titolo “Un calcio alla guerra”. Un’iniziativa realizzata con il patrocinio dell’International Parliament for Safety and Peace – IGO, la Regione Liguria, la Curia e la Comunità Ebraica di Genova, il Coni, l’Associazione Nazionale Carabinieri della “Iada” – Accademia Internazionale di Azione Diplomatica, iComuni di Genova, Serra Riccò, Pizzo Calabro, con il coinvolgimento di altre istituzioni. In particolare, al campo sportivo di Negrotto (Serrà Riccò), comune in prossimità della capitale ligure, si svolgerà la partita simbolica alla quale prenderanno parte giocatori afferenti alle diverse religioni.

In occasione delle festività natalizie, questa iniziativa invita, infatti, cristiani, musulmani, ebrei, buddisti e rappresentanti di altre fedi a unirsi in una giornata di amicizia e dialogo attraverso il linguaggio universale dello sport, nello specifico, mediante il calcio. La giornata riunisce non solo le diverse culture e religioni ma anche le diverse generazioni: partirà con il torneo dei bambini alle 10:00, seguito dalla competizione degli adulti nel pomeriggio. Non mancheranno momenti di riflessione e confronto con testimonianze dove il rispetto reciproco sarà la parola d’ordine per dar vita a iniziative concrete volte a costruire ponti di pace.

“Un calcio alla guerra” non è solo un evento sportivo: è una chiamata a tutti – giocatori e pubblico – per lanciare un forte messaggio di speranza e tolleranza, mostrando che, insieme, possiamo concorrere alla costruzione di un futuro senza odio. Un messaggio particolarmente importante nel mondo attuale, lacerato da guerre e conflitti. Dal Medio Oriente all’Ucraina, ai tanti conflitti “invisibili” meno ripresi dai media come quelli che interessano tantissime minoranze su scala internazionale. Del resto, “partire dalle iniziative locali, coniugando la dimensione nazionale sì che ci porta ad essere partecipi e solidali con la drammatica realtà internazionale”, commenta alla vigilia dell’evento il promotore Alfredo Maiolese.

Dalle 17:00, il trasferimento al Castello Storico di San Cipriano con l’attesissimo intervento dei rappresentanti istituzionali, comunali e regionali per la premiazione di “coloro che si siano contraddistinti in campo sociale, sportivo, medico, militare e mediatico per l’impegno a favore del prossimo”. La religione ci chiama dunque a lottare contro ogni forma di discriminazione e violenza. Ripudiare i massacri sui civili è il primo passo per maturare una consapevolezza comune che la guerra è sempre ingiusta.

“Lo sport, in particolare, il calcio rimane uno strumento di coinvolgimento sociale, giovanile universale. Questo evento vuole quindi promuovere l’unità e la fraternità per un’unica partita chiamata pace, dimostrando che la competizione nel bene potrebbe segnare un vincente risultato per vivere la nostra umanità”, afferma l’editore italo-libanese Nizar Ramadan, tra i premiati dell’evento.

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