Dieci giorni fa l’appello di Estela Carlotto: Milei distrugge la memoria

Roma, 27 dic. (askanews) – Le Abuelas de Plaza de Mayo hanno annunciato che è stato ritrovato un altro nipote, il 138esimo. Sarebbero circa 500 i bambini sottratti alle proprie madri in Argentina, tra il 1976 e il 1983, quando c’è stata la messa in pratica sistematica di un terrorismo di Stato da parte di una dittatura sanguinaria con sequestri, torture, omicidi degli oppositori politici cui venivano strappati anche i neonati.

Il risultato di questi ‘ritrovamenti’, processo lungo e doloroso, è dovuto alla ricerca instancabile delle loro nonne, che si costituirono, nel 1977, nel movimento delle Abuelas. Oltre 300 non conoscono ancora la loro identità. La presidente Estela Carlotto, a metà dicembre, ha chiesto al “mondo” di “guardare cosa sta succedendo in Argentina e di agire di conseguenza”. In un atto d’accusa al presidente Javier Milei, ha reso pubblico uno studio sullo smantellamento delle politiche chiave sulla memoria, la verità e la giustizia e su quelle legate al diritto all’identità, mostrando come ciò incida pesantemente anche sulla ricerca dei nipoti rapiti. “E’ essenziale fermare ogni battuta d’arresto e difendere i valori democratici e i diritti umani”. Milei è al potere da oltre un anno e “questi dodici mesi sono stati molto duri per buona parte della società argentina, e ancor di più per il movimento per i diritti umani, che è diventato uno degli obiettivi preferiti del governo”, ha sottolineato.

I detenutos-desaparecidos si stima siano stati durante la dittatura complessivamente 30mila e bastano le frasi del mai pentito dittatore Videla a dare la misura di quanto è avvenuto. Videla amava ripetere: “prima elimineremo i sovversivi, poi i loro collaboratori, poi i loro simpatizzanti, successivamente quelli che resteranno indifferenti e infine gli indecisi”.

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