Parla Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti

La seconda tranche del concordato biennale per i periodi d’imposta 2024-2025 si è chiusa il 12 dicembre, ma le adesioni si fermano ben al di sotto delle aspettative.

Secondo le stime, solo tra il 14% e il 18% dei soggetti economici interessati ha aderito alla proposta, per un totale di 750mila adesioni, di cui 522mila nei termini originari fissati al 31 ottobre. Il risultato solleva dubbi sulla possibilità di raggiungere i 2,5 miliardi di euro necessari per finanziare la riduzione dell’aliquota del secondo scaglione Irpef.

Critiche al nuovo strumento

Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale commercialisti, ha espresso forti perplessità sul concordato, evidenziando le difficoltà operative e l’incertezza normativa che hanno caratterizzato l’intero processo.

“Il nuovo istituto ha generato molta incertezza per i contribuenti e difficoltà per i commercialisti”, ha dichiarato Cuchel. Tra i principali punti di critica, ha sottolineato:

  • Mancato rispetto della capacità contributiva (art. 53 della Costituzione);
  • Disparità di trattamento tra cittadini (art. 3);
  • Violazione di alcuni principi dello Statuto del contribuente.

Anche la riapertura postuma dei termini – estesi dal 31 ottobre al 12 dicembre a causa delle adesioni insufficienti – è stata oggetto di polemiche. La riapertura, secondo Cuchel, ha penalizzato chi aveva presentato la dichiarazione dei redditi dopo la scadenza originaria e ha creato ulteriore disparità, con l’impossibilità di revocare le scelte già trasmesse.

Adesioni inferiori alle aspettative

Secondo i dati dell’Associazione nazionale commercialisti, le adesioni definitive al concordato si attestano tra il 14% e il 18%, ben lontane dal target ipotizzato per garantire le risorse necessarie al taglio dell’aliquota Irpef per il secondo scaglione.

“Difficilmente si raggiungeranno i 2,5 miliardi previsti”, ha spiegato Cuchel, “vedremo se questa ipotesi verrà mantenuta cercando le risorse in altro capitolo di spesa”.

Un bilancio incerto

La stagione del concordato si chiude quindi con un bilancio incerto e con molti interrogativi sul futuro. L’obiettivo di alleggerire il carico fiscale del secondo scaglione Irpef appare sempre più complicato, e il governo potrebbe dover cercare risorse alternative per finanziare l’intervento.

Le difficoltà riscontrate con il concordato sollevano la necessità di una riflessione più ampia sulle modalità di implementazione di strumenti fiscali innovativi, che devono garantire equità, trasparenza e certezza normativa per contribuire efficacemente al bilancio pubblico senza penalizzare contribuenti e professionisti.

L’articolo Concordato: adesioni sotto i 750mila soggetti, obiettivo Irpef a rischio proviene da Notiziedi.it.

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