Riavviare dialogo con urgenza

Roma, 3 dic. (askanews) – “Per il secondo anno consecutivo, il Piano pluriennale per il contrasto alla Xylella fastidiosa è stato aggiornato senza il necessario e preventivo confronto con il partenariato economico e sociale e con le organizzazioni agricole, lasciando sul campo numerosi interrogativi e questioni senza risposta, che sollevano più di qualche dubbio sul reale coinvolgimento delle comunità locali e dei produttori agricoli”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Puglia Michele Palermo, ad avviso del quale “è fondamentale riavviare con urgenza il dialogo tra la Regione Puglia e le parti sociali su un provvedimento che ha ricadute importanti e significative sul tessuto produttivo ed economico del territorio”.

“La necessità di un maggiore coinvolgimento politico, oltre alla evidente rilevanza della questione trattata, è legata alle numerose e significative modifiche apportate al Piano; basti pensare alla quasi triplicazione dei fondi per il monitoraggio per il 2024, passati da 4 a oltre 10,6 milioni di euro, o ai costi non rendicontabili legati ai rimborsi dei piani fitosanitari nazionali, a totale carico del bilancio regionale”, spiega il presidente, secondo cui “le modifiche apportate ridimensionano molte delle azioni praticate sinora”.

“Con la riduzione da 5 a 2 chilometri della larghezza della zona infetta, inoltre, viene sostanzialmente messa in discussione buona parte dell’esperienza pugliese di contrasto al batterio”, aggiunge Palermo, evidenziando che “mentre in precedenza tutte le piante dichiarate ospiti del batterio, per un raggio di 50 metri intorno a un albero infetto, dovevano essere abbattute a prescindere dalla presenza effettiva della Xylella, ora non devono essere rimosse nel caso in cui risultino negative alle analisi”.

“Tra le tante altre perplessità che emergono dall’aggiornamento del Piano – prosegue il presidente – ci sono la questione degli uliveti monumentali, che si intende continuare ad abbattere o capitozzare, e il tema dei sovrainnesti, pratica che come più volte evidenziato dalla Copagri e confermato dal Servizio fitosanitario regionale, risulta essere priva di basi scientifiche, nonché di scarsa efficacia, vista anche la mancanza di osservazioni di lungo periodo sulla tenuta del germoplasma delle varietà resistenti alla Xylella”.

“Quello che non si comprende, in buona sostanza, è la ratio alla base di questa strategia, che sembra non tenere in debita considerazione neanche la necessità di lavorare i terreni delle aree indenni e osservare, in queste ultime, le buone pratiche agricole alla pari delle zone cuscinetto”, conclude Palermo.

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