Appello bis per 6 dirigenti della Regione che erano stati assolti
Milano, 3 dic. (askanews) – I giudici della Corte di Cassazione hanno confermato otto condanne in appello per la strage di Rigopiano, località abruzzeze dove il 18 gennaio del 2017 morirono 29 persone a causa di una valanga che travolse un albergo. Soddisfazione è stata espressa da Giampaolo Matrone, il pasticciere di Monterotondo (Roma), oggi quarant’anni, superstite del più grave disastro sulle nevi mai accaduto in Italia, l’ultimo a essere estratto vivo, ma con pesanti menomazioni, soprattutto agli arti, dal resort nel comune di Farindola, nel Pescarese, spazzato via da una valanga che uccise, tra gli altri, sua moglie Valentina Cicioni.
“La Suprema Corte ha confermato otto condanne, tra cui quella dell’allora prefetto di Pescara Francesco Provolo, ma soprattutto è significativo il fatto che abbia richiesto un processo d’appello bis per sei dirigenti della Regione che erano stati mandati assolti, ravvisando quindi profili di responsabilità nella tragedia dell’organo regionale che sin qui ne era uscito incomprensibilmente indenne. Alla fine potrebbero essere condannati una buona metà degli imputati, anche se mi rode il fatto che le eventuali e auspicate condanne non arriveranno in tempo per evitare la prescrizione” ha commentato in una nota Matrone.
Sulla stessa linea il suo avvocato Andrea Piccoli e Angelo Novelli, consulente di Matrone della società Studio3A-Valore S.p.A., specializzata nel risarcimento danni, che tengono anche a sottolineare come il lavoro e l’impianto accusatorio della Procura di Pescara non solo abbia tenuto per quanto riguarda le responsabilità ascritte al Prefetto, alla Provincia e in parte al sindaco di Farindola, ma sia stato anche completamente rivalutato per quanto concerne, appunto, la Regione.