332.000 nel settore vinivinicolo e 585.500 nel comparto cibo

Roma, 2 dic. (askanews) – Filiere che portano il nome dell’Italia nel mondo grazie all’export e che, in patria, danno lavoro a oltre 847.400 persone, il 60% delle quali lavora nella fase agricola.

Nella Dop eonomy italiana, complessivamente, sono occupate 510.260 nella fase agricola e 337.145 nella fase di trasformazione. Nel dettaglio, il settore vitivinicolo DOP IGP conta 332.506 occupati, mentre il comparto cibo 585.543.

Alla base delle filiere DOP IGP vi sono 194.387 operatori, di cui 186.547 produttori e 31.197 trasformatori, che aderiscono ai disciplinari di produzione e si sottopongono ai controlli per la certificazione. Nel vino si contano 107.175 operatori e nel comparto cibo 87.212. Sono i dati del XXII Rapporto Ismea-Qualivita, presentato oggi a Roma alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.

Il Rapporto Ismea-Qualivita 2024 approfondisce quindi l’impatto della Dop economy sull’occupazione, elaborando i dati Inps sui rapporti di lavoro nella fase agricola e di trasformazione delle filiere DOP IGP.

Per quanto riguarda l’impatto territoriale, dopo due anni consecutivi con dati in aumento in diciotto regioni su venti, il Rapporto Ismea-Qualivita 2024 descrive in questa edizione un quadro più variegato: su 107 province italiane 61 hanno valore della DOP economy più alto, il 17% con crescite a doppia cifra.

Prosegue il trend positivo nell’area Sud e Isole (+4,0%), sempre in crescita negli ultimi cinque anni, con buoni risultati soprattutto per Sardegna (+19%) e Abruzzo (+11%). Cresce anche il Nord-Ovest, trainato dalla Lombardia che supera per la prima volta i 2,5 miliardi di euro e cresce per il terzo anno consecutivo.

Il Nord-Est ha risultati stabili nel complesso (-0,6%) e vale il 54% della Dop economy, con l’Emilia-Romagna che frena leggermente (-2,4%) e il Veneto che con 4,85 miliardi di euro si conferma regione leader. Nel Centro i risultati peggiori (-3,9%) con la Toscana (-5,5%) che rappresenta la gran parte del valore economico, con il Lazio unica regione in crescita (+8,8%).

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