Chiusa a Milano la 3 giorni di incontri, degustazioni e cene d’autore

Milano, 29 nov. (askanews) – “Questa edizione per noi ha segnato nuovi traguardi: il nostro scopo è sempre stato quello di portare il vino e il suo racconto in avanti verso nuovi linguaggi e obiettivi, e ogni edizione è un ‘mattone’ che aggiungiamo a questo progetto. Ci vediamo nel 2025!”. Con queste parole Alessandra Montana, founder di Allumeuse e di Be.Come ha ringraziato i partners e gli ospiti della quarta edizione di “Be.Come 2024” che si è da poco conclusa al Radisson Collection Hotel Santa Sofia Milan. Il “club event” ha ragionato su come si può valorizzare il mondo del vino andando oltre il prodotto, parlando di scienza, arte, cultura, destinazioni e territori.

Tre giorni di incontri, confronti, cene e pranzi d’autore, oltre che di degustazioni e masterclass progettate “per scoprire la vera natura del vino”: 34 importanti Cantine italiane hanno dialogato con oltre 300 interlocutori selezionati tra f&b manager, general manager di hotel 5 Stelle lusso, esportatori, sommelier, stampa trade e lifestyle. “Il filosofo Michel Serres, uno degli ultimi pensatori globali del nostro tempo, sosteneva che la sola transizione che arricchisce le parti è quella del trasferimento della cultura, ed è proprio quello che cerchiamo di fare in ogni edizione di Be.Come, ovvero espandere e comprendere la cultura del vino” ha spiegato l’MW Gabriele Gorelli, co-founder di Be.Come.

Tra i diversi appuntamenti proposti, l’esperimento immersivo di neurogastrofisica con Vincenzo Russo, docente di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing allo Iulm e il progetto “Le 100 Sicilie – Esperienze di Buona Vita” con al centro la produzione vitivinicola e olearia della regione. Antonio Capaldo di Feudi di San Gregorio, Federico Ceretto di Ceretto, Milena Pepe per Tenuta Cavalier Pepe, Marisa Cuomo per Cantine Marisa Cuomo, Alessandro Lunelli per Tenuta Castelbuono-Tenute Lunelli, Allegra Antinori per Marchesi Antinori (Chianti Classico) e Jgor Marini per Castello Banfi sono le sette Cantine italiane di recente premiate a Londra da “World’s Best Vineyards” e, insieme a Chiara Giorleo (Academy Chair Italy – World’s Best Vineyards), e Kate Labate (Head of Partnerships, Iwc & Wbv) si sono confrontati sul percorso che ha portato le loro aziende ad essere oggi delle destinazioni enoturistiche premiate a livello internazionale, definendo ambiti diversi dal semplice “prodotto vino” come l’arte, la storia del territorio e la ricerca. Lo stesso hanno fatto Clizia Zuin, sommelier del ristorante stellato “Atto” di Vito Mollica e Danielle Callegari, Editor at Large di Wine Enthusiast, che illustrato un progetto nuovo di racconto del vino.

Nel panel dedicato alle destinazioni, i protagonisti Michil Costa, Managing director & owner dell’Hotel La Perla, Alia Radetti, Ceo & founder di Dream Beyond e Paolo Cenciarelli, Ceo di Thalamus Charles hanno raccontato come nasce una destinazione attraverso una mappatura culturale e identitaria del territorio, un lavoro di scoperta che porti alla luce luoghi, tradizioni e storie spesso ignorati. Contributi e riflessioni che partono dal vino, “il nuovo driver del made in Italy che ci può condurre in maniera semplice e anche profonda alla comprensione di un territorio e delle sue radici e sviluppare nuove strategie per proiettare il vino e il suo mondo verso il futuro”.

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