Manifestazione dei lavoratori precari coinvolti nei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il focus della protesta è stata la richiesta di stabilizzazione, un tema particolarmente sentito dai circa 8.000 lavoratori assunti temporaneamente per l’attuazione del PNRR.
I precari, organizzati dai sindacati lamentano l’incertezza sul loro futuro dopo la scadenza dei contratti, prevista per il 2026. Sebbene il governo abbia introdotto misure per consentire la proroga dei contratti fino a giugno 2026 e ipotizzato selezioni per l’assunzione di parte del personale, i manifestanti ritengono insufficiente questa prospettiva.
La norma approvata prevede che solo chi ha lavorato continuativamente per 24 mesi e soddisfa specifici requisiti territoriali potrà partecipare ai concorsi, ma non è ancora chiaro quante risorse saranno effettivamente stanziate per garantire le stabilizzazioni richieste.
L’evento ha messo in evidenza le difficoltà incontrate da chi, pur contribuendo all’attuazione di progetti strategici per il Paese, rischia di non vedere riconosciuto il proprio ruolo.
I sindacati hanno chiesto trasparenza e impegni concreti, sottolineando che limitarsi a coprire un numero esiguo di posti—come i 1.500 previsti dalla legge “Cartabia”—non sarebbe sufficiente.
Il malcontento è condiviso anche in altri settori del pubblico impiego, dove i ritardi nei concorsi legati al PNRR e l’incertezza normativa complicano la vita lavorativa di migliaia di persone.
La richiesta principale dei manifestanti è l’introduzione di una norma chiara e inclusiva che garantisca la stabilizzazione per tutti i precari dopo il 2026, evitando procedure complesse e parziali.
La mobilitazione proseguirà, con ulteriori iniziative di sensibilizzazione già pianificate, fino a quando il governo non darà risposte concrete e certe sui numeri e sulle risorse destinate alla stabilizzazione dei lavoratori precari.
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