“Il placement dei ricercatori al tempo del PNRR”, è il tema dell’evento organizzato dalla Fondazione Emblema in collaborazione con la Fondazione Vitality, l’Ecosistema per l’Innovazione dell’Italia Centrale che si è svolto al Centro Congressi Luigi Zordan dell’Aquila.

Ai lavori, introdotti da Fabio Graziosi (presidente della Fondazione Vitality), sono intervenuti Tommaso Aiello (presidente della Fondazione Emblema), Maria Candida Cesta (Scientific Collaborations & Funding Director di Dompé), Enrico Di Piazza (Human Capital IIT) e Marta Rapallini (Program Manager della Fondazione FAIR).

Particolare attenzione è stata riservata alla presentazione del Placement Program, il modello di orientamento professionale sviluppato dalla Fondazione Emblema per i ricercatori impegnati in enti finanziati dal PNRR.

L’obiettivo del programma è accompagnare i dottori di ricerca nel loro percorso professionale, aiutandoli a entrare nel mondo del lavoro una volta conclusi i finanziamenti previsti dal piano.

Il Placement Program offre un’importante azione di orientamento, consentendo ai ricercatori di entrare in contatto con aziende che sono interessate a inserire profili altamente specializzati nel loro organico.

Nel corso dell’evento, Tommaso Aiello ha presentato anche i risultati di un’indagine realizzata dalla Fondazione Emblema, che ha coinvolto un campione di oltre 300 aziende italiane (di cui il 77% ha al proprio interno dottori di ricerca) operanti in ambito ricerca e sviluppo (R&D).

L’obiettivo della survey era quello di esplorare la percezione delle aziende nei confronti dei dottori di ricerca e capire come il PNRR possa influenzare o modificare l’ingresso di questi profili nel mondo del lavoro.

Prima dell’avvio del PNRR, le borse di dottorato annuali erano circa 15.000. Con l’incremento dovuto al PNRR (2023-24), solo il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) ha finanziato 18.700 dottorati, a cui si aggiungono altri 9.000 posti tra dottorati e ricercatori impegnati in progetti legati al piano.

In merito all’occupazione, i dati provenienti da AlmaLaurea offrono uno spunto interessante. A un anno dalla laurea, il tasso di occupazione media per i laureati è del 91%, con una lieve differenza tra le discipline: 87% per gli umanisti e 94% per gli ingegneri.

Questo rappresenta un incremento del 15% rispetto ai laureati in generale, con un tasso di disoccupazione pari al 4,3%. Non si tratta quindi di una questione di disoccupazione, ma di una maggiore difficoltà nel raggiungere una stabilità professionale.

Un altro dato rilevante riguarda la tipologia di contratti. Meno del 30% dei dottori di ricerca ha un contratto a tempo indeterminato, mentre più del doppio continua a lavorare con forme di precariato (borse di ricerca, assegni, contratti a termine). Sebbene lavorino, molti ricercatori non godono della sicurezza di un impiego stabile.

Infine, circa il 29,6% dei dottori di ricerca lavora nel settore privato, dove si concentrano quasi tutti i contratti a tempo indeterminato. Nonostante le difficoltà, l’esperienza del dottorato è generalmente considerata utile: solo il 7,7% degli intervistati afferma che non si iscriverebbe nuovamente a un programma di dottorato.

Il problema principale sembra risiedere nel mancato “gancio” con il mondo del lavoro, un aspetto su cui la Fondazione Emblema si propone di intervenire attraverso il Placement Program, per colmare questo divario e favorire l’ingresso stabile dei dottori di ricerca nel panorama lavorativo.

Il Focus della Borsa del Placement è una manifestazione annuale che la Fondazione Emblema promuove dal 2018 all’interno di forDoc, una directory orientata al lavoro per professionisti altamente specializzati.

L’evento è diventato ormai un importante momento di confronto tra aziende, università, dottorandi e ricercatori, con la partecipazione, dal 2023, anche degli enti coinvolti nel PNRR.

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