Il doppio peso del “Gender Gap” e del “Generational Gap”
Roma, 26 nov. (askanews) – Negli ultimi decenni, l’Italia ha fatto passi avanti verso la parità di genere, ma emergono nuove e insidiose disparità che penalizzano soprattutto le giovani, costrette a fronteggiare un doppio peso: il “Gender Gap” tradizionale e il crescente “Generational Gap”. Queste le principali evidenze dell’Osservatorio GenerationShip 2024 di Changes Unipol a cura di Kkienn Connecting People and Companies che ha esplorato come donne e uomini percepiscono i cambiamenti rispetto alla generazione precedente e come percepiscono oggi i principali temi che impattano sulla loro vita.
Il bilancio del cambiamento: donne protagoniste ma penalizzate L’analisi evidenzia che i maggiori progressi, rispetto a una generazione fa, sono legati alla rivoluzione digitale che ha democratizzato l’accesso all’informazione, ha semplificato molte attività quotidiane e ha potenziato le opportunità personali. Le giovani donne di età compresa tra i 16 e i 35 anni, in particolare, si dichiarano più soddisfatte rispetto ai loro coetanei per i benefici ottenuti in ambiti come: l’accesso all’informazione (7.7 donne contro 7.2 uomini), la consapevolezza sulla salute (7.3 donne contro 6.7 uomini) e lo smart working (6.9 donne contro 6.8 uomini).
Nonostante i benefici del digitale, i peggioramenti si concentrano nel mondo reale. Le donne sono le più penalizzate nell’ambito lavorativo, nella retribuzione economica e nell’indebolimento delle relazioni sociali. In particolare: lavoro precario e bassi salari, il deterioramento è sentito maggiormente dalle donne (voto 7.6) rispetto agli uomini (voto 7.1); relazioni personali, le donne risentono più degli uomini della superficialità nei legami (7.4 contro 6.9); pressioni per la performance che coinvolgono in modo significativo il genere femminile, specialmente le giovani (7.5 contro 6.9).
Il “Generational Gap”: le giovani soffrono di più Il vero divario si rivela essere quello generazionale: le giovani donne (16-35 anni) registrano un netto peggioramento nella qualità della vita rispetto a una generazione fa (-14 punti), un calo maggiore rispetto a quello percepito dai giovani uomini (-10 punti). Le ragazze italiane di età compresa tra i 28 e i 35 anni si sentono le più colpite e vivono una condizione di grande difficoltà, combinando i tradizionali svantaggi del genere femminile (gap salariale, carico familiare) con quelli della condizione giovanile (precarietà, bassi salari). Infatti, ben il 48% ritiene che la propria qualità di vita sia peggiore rispetto alle madri.
Di fronte a queste difficoltà, molte donne stanno ridefinendo le proprie priorità: oltre la metà considera meno importante rispetto al passato sposarsi (55%) o avere figli (54%). La carriera (81%) e la sicurezza economica (85%) diventano obiettivi primari, una scelta dettata non da individualismo ma dalla precarietà e dalle difficoltà economiche. Le Baby Boomers (donne di età superiore ai 60 anni), invece, giudicano la loro qualità della vita migliore rispetto al passato (+21 punti) in netta controtendenza rispetto alle generazioni più giovani grazie a migliori condizioni di salute, minori responsabilità familiari e opportunità offerte dal digitale. Le ragazze Millennials (28-35 e 35-44) si trovano a cumulare i tradizionali svantaggi della condizione femminile nella società italiana (gap retributivo, cumulo di impegni lavorativi e familiari) con quelli nuovi della condizione giovanile (precarietà, salari bassi, competizione, effetti negativi dei social).
In altre parole, il “Gender Gap” si somma al “Generational Gap” generando un carico pesante: vivere nella società italiana di oggi per le giovani donne è una sfida davvero impegnativa.
Il nuovo “Gender Divide”. Le donne, in particolare le giovani, sono l’epicentro di una nuova visione. Il confronto con le opinioni degli uomini non lascia spazio a dubbi: le donne che ritengono oggi prioritario investire su di sé (lavoro, carriera) e non avere una famiglia e dei figli sono molto più numerose degli uomini. Lo scarto è forte soprattutto nelle nuove generazioni, sebbene resti ampio anche fra gli adulti.
Confrontando le risposte dell’analisi GenerationShip 2024 con quella del 2023 osserviamo che le ragazze sono sempre più convinte del ribilanciamento delle priorità, dalla nuova famiglia a se stesse (o alla coppia), mentre nell’ultimo anno per i ragazzi si osserva una direzione di marcia opposta. Questa evoluzione inattesa potrebbe essere interpretata come un contraccolpo conservativo, a fronte della spinta al cambiamento sostenuta soprattutto dalle donne.
L’Osservatorio GenerationShip mette in luce un paradosso: se da un lato le donne sono protagoniste della trasformazione digitale, dall’altro continuano a subire gli impatti più severi delle crisi economiche e sociali.