Boeri: da IA vantaggi potenziali enormi ma troppi consumi energia

Milano, 14 nov. (askanews) – Ripensare al processo di riqualificazione di un’azienda in un’ottica più sostenibile e integrata nel territorio che la ospita si presenta come una realtà sempre più possibile. Questo è quanto emerso da “La Fabbrica del Futuro. L’evoluzione dell’architettura industriale e l’impiego delle energie rinnovabili per promuovere l’efficienza delle sedi e il benessere delle persone”, evento organizzato da Elmec Solar, l’azienda del gruppo Elmec che si occupa di installare e manutenere impianti fotovoltaici residenziali e industriali, in collaborazione con MC Prefabbricati e con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Varese. A moderare i diversi interventi con entusiasmo e profonda conoscenza delle tematiche affrontate, la giornalista e divulgatrice Nicoletta Boldrini.

Ospite dell’evento l’architetto e urbanista Stefano Boeri, che nel suo intervento dal titolo “Green Obsession: ripensare gli spazi produttivi tra energia e natura”, ha messo in evidenza il valore aggiunto portato dal rispetto per la dimensione ambientale negli spazi di lavoro e di quelli produttivi. I numerosi progetti curati dal suo studio Stefano Boeri Architetti sono caratterizzati da un forte legame con il territorio, sia per l’approvvigionamento di materie prime, sia per il dialogo sempre aperto con la comunità. In questo scenario, anche l’approvvigionamento energetico di un’azienda consente di avvantaggiare la comunità che la circonda: le fabbriche possono diventare veri e propri centri di produzione dell’energia, ad esempio attraverso la creazione di impianti fotovoltaici sui tetti o lo sfruttamento del calore dei data center per il supporto di altre attività.

“La sfida dell’intelligenza artificiale è gigantesca, con potenziali vantaggi enormi ma a costo di un consumo energetico insostenibile. Da un lato, oggi ci sono insediamenti produttivi che hanno saputo lavorare sul territorio – costruendo edifici con funzioni diverse, in una sorta di campus o “fabbrica arcipelago” – rilanciando le esperienze migliori della Storia industriale e produttiva del nostro Paese, come Crespi d’Adda e lo straordinario caso di Olivetti a Ivrea. Dall’altro, dobbiamo fare grande attenzione a quei paesaggi legati alla velocissima costruzione di data center come grandi contenitori specializzati, spesso realizzati senza una logica di pianificazione urbana e di riduzione dell’impatto ambientale, che rischiano di diventare strutture altamente energivore se non affiancate, ad esempio, a strategie di recupero del calore emesso”, spiega Stefano Boeri.

Nel corso dell’evento, imprenditori e progettisti hanno messo in evidenza una nuova concezione di azienda intesa non solo come luogo produttivo, ma come un contesto che si integra nel tessuto urbano e che mira a diventare un punto di riferimento per la comunità. Nel Campus tecnologico dell’azienda varesina i presenti hanno potuto assistere a testimonianze dirette di aziende che hanno già affrontato con successo il processo di espansione e innovazione.

Tra gli intervenuti, Stefano Romanó, CEO di Tor.Met, Massimiliano Di Caro, General Manager di Raviolificio lo Scoiattolo e Barbara Cimmino Head of CSR & Innovation Yamamay, che hanno raccontato di come le loro aziende si siano sviluppate in armonia con i territori che le ospitano, porgendo sempre un occhio di riguardo ai propri dipendenti, attraverso progetti di welfare aziendale, e anche alle comunità locali.

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