A Laimburg tavola rotonda sulle diverse espressioni di questo vitigno

Milano, 8 nov. (askanews) – Il “Sauvignon Lafòa Alto Adige Doc” della Cantina Colterenzio ha vinto il sesto concorso nazionale del Sauvignon Blanc dedicato all’annata 2022. Secondo si è classificato il “Sauvignon Aristos Alto Adige Doc” della Cantina Valle Isarco, mentre il terzo posto a pari merito è stato conquistato dal “Sauvignon Ombrasenzombra Colli Piacentini Doc” di La Tosa e dal “De Silva Sauvignon Blanc Alto Adige Doc” della Cantina Peter Solva. La giuria era composta da 24 degustatori selezionati tra enologi, sommelier, accademici del vino e ricercatori che hanno assaggiato più di 80 campioni provenienti da diverse zone vitivinicole.

“L’immagine complessiva che emerge da questa edizione riflette l’abilità del Concorso di costituire una vetrina significativa e di alto profilo anche per le realtà vitivinicole meno conosciute, capaci in questa cornice di distinguersi e ottenere riconoscimenti di prestigio” ha dichiarato Peter Dipoli, vicepresidente dell’Associazione Sauvignon Alto Adige, aggiungendo che “questo dato conferma non solo l’eccellenza dei vini presentati ma testimonia anche la competenza della giuria coinvolta e l’importanza di iniziative che sappiano premiare i vini esclusivamente sulla base della qualità, liberi da pregiudizi spesso prestabiliti.

I vincitori sono stati proclamati nell’ambito della tavola rotonda dedicata a “Le espressioni del Sauvignon Blanc: confronto e dialogo tra terroir e stilistiche” promossa dall’Associazione Sauvignon Alto Adige, che si è tenuto al Centro di sperimentazione Laimburg in Alto Adige. Sono intervenuti Barbara Raifer del Centro di Sperimentazione Laimburg, l’enologo Hans Terzer, l’enologo e agronomo friulano Gianni Menotti e Gianni Fabrizio, curatore della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso. I relatori hanno evidenziato come terroir e gestione agronomica siano fondamentali per valorizzare l’autenticità di questo vitigno, oltre a fornire interessanti elementi in relazione alle sfide poste dai cambiamenti climatici e alle evoluzioni stilistiche che lo caratterizzano. La discussione ha messo in luce una volontà condivisa: fare del Sauvignon un’espressione autentica del territorio, puntando su sentori più maturi, come quelli tiolici e di frutta gialla, con un profilo complesso, piuttosto che privilegiare le note piraziniche, spesso richieste dal mercato ma prive di un’identità territoriale.

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