In vista incontro tra Xi Jinping e Shigeru Ishiba

Roma, 4 nov. (askanews) – Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, e il capo consigliere per la sicurezza nazionale giapponese, Takeo Akiba hanno tenuto oggi a Pechino una lunga serie di colloqui e hanno concordato di mantenere il dialogo a vari livelli, inclusi i contatti tra i rispettivi leader, Lo ha riferito oggi Akiba ai giornalisti, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Kyodo.

L’incontro mira a preparare il terreno per il primo vertice tra il premier giapponese Shigeru Ishiba, entrato in carica il primo ottobre, e il presidente cinese Xi Jinping, a margine di uno degli incontri internazionali che si terranno in Sudamerica entro la fine del mese, secondo fonti governative giapponesi.

Dopo i colloqui, durati quattro ore e mezza, Akiba ha affermato che entrambe le parti hanno condiviso l’intenzione di promuovere “legami strategici e reciprocamente vantaggiosi” e una “relazione costruttiva e stabile.”

E’ previsto che Ishiba partecipi al vertice del forum di Cooperazione economica Asia-Pacifico (APEC) dal 15 al 16 novembre in Perù e al vertice dei leader del G20 dal 18 al 19 novembre in Brasile.

Akiba ha dichiarato di aver chiaramente trasmesso a Wang le posizioni del Giappone su diverse questioni centrali al momento nei rapporti bilaterali, inclusa la ripresa delle spedizioni di prodotti marini giapponesi verso la Cina e le misure per garantire la sicurezza dei cittadini giapponesi che vivono in Cina.

I due Paesi avevano concordato a settembre che la Cina rimuoverà gradualmente il divieto sulle importazioni di prodotti ittici dal Giappone, imposto dopo l’inizio del rilascio di acqua radioattiva trattata dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi nell’agosto 2023.

Il massimo responsabile giapponese per la sicurezza nazionale ha anche affermato di aver discusso con Wang della situazione nella penisola coreana ed espresso la “seria preoccupazione” di Tokyo per la crescente cooperazione tra Pyongyang e Mosca. Truppe nordcoreane sono state inviate in Russia per sostenere la sua guerra contro l’Ucraina.

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