Ai primi posti nell’Ue, farne elemento di crescita e coesione
Roma, 31 ott. (askanews) – Negli ultimi 10 anni “il risparmio degli italiani ha continuato a crescere, arrivando oggi a superare 5mila miliardi, attestando l’Italia ai primi posti tra i paesi della Ue per propensione al risparmio, pur se con una distribuzione non omogenea sul territorio e tra classi di età”. Lo ha rilevato il presidente dell’Acri, Giovanni Azzone, nel suo intervento in apertura della 100esima giornata mondiale del risparmio, organizzata a Roma, presso l’auditorium della Tecnica, dalla Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa.
“Si tratta di un dato importante, che però non deve portare a dimenticare alcuni punti meritevoli di attenzione. Innanzitutto, dobbiamo continuare a lavorare sul fronte dell’educazione finanziaria delle giovani generazioni. Il dato sull’alfabetizzazione finanziaria degli italiani, seppur in crescita negli ultimi anni, ci pone ancora al di sotto della media dei Paesi Ocse – ha proseguito -. La direzione però è corretta: penso a titolo di esempio al Mese dell’educazione finanziaria promosso da MEF, Banca d’Italia, Abi e Feduf (cui partecipa anche l’Acri) e alla recente introduzione dell’educazione finanziaria nei programmi della scuola a partire dalla primaria”.
“Il secondo aspetto che vorrei richiamare è quello dell’inclusione finanziaria delle donne e delle persone anziane”. Azzone ha rilevato come una donna su tre non ha un conto corrente intestato a proprio nome, mentre “la transizione tecnologica e digitale rischia di escludere dall’accesso a servizi essenziali una fascia importante e crescente della popolazione, quella delle persone anziane”.
In questo quadro “le Casse di risparmio sono state, nel nostro Paese, tra i principali protagonisti nell’impegno alla diffusione della cultura del risparmio”. E “da oltre trent’anni il testimone delle Casse di risparmio è stato raccolto dalle Fondazioni di origine bancaria, che ne hanno ereditato i patrimoni, ne hanno diversificato gli impieghi, li hanno investiti a supporto dell’economia nazionale e ne utilizzano gli utili per alimentare erogazioni liberali in favore della coesione e della crescita culturale e sociale delle proprie comunità di riferimento e dell’intero Paese. Un processo costantemente accompagnato da Acri – ha rivendicato Azzone – nel rispetto dell’autonomia di ciascuna Associata, sotto l’attento controllo dell’Autorità di vigilanza del Mef”.
Secondo il presidente dell’Acri “il risparmio non è neutro. Può rimanere circoscritto, allargando di fatto le disuguaglianze esistenti, o può essere investito e creare valore per la comunità, trasformarsi in bene collettivo: finanziando infrastrutture energetiche, di telecomunicazione e di trasporto per rendere più attrattivo il nostro territorio, sostenendo la crescita delle imprese per creare nuovi posti di lavoro, supportando il Terzo settore per rafforzare la coesione sociale nel Paese”.
“Per questo, ‘La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio’, come afferma la Costituzione all’articolo 47. Perché siamo tutti coinvolti, in maniera sussidiaria, Istituzioni, imprese, corpi intermedi, cittadini, in questo impegno collettivo, che andrà a vantaggio del bene comune. In questo contesto operano in particolare le Fondazioni di origine bancaria – ha detto Azzone – che hanno trasformato il risparmio privato delle originarie comunità di appartenenza in un valore condiviso per i territori e per tutto il Paese. Grazie al coinvolgimento del Terzo settore, questo risparmio si traduce in iniziative diffuse di contrasto delle disuguaglianze, che stanno diventando dei modelli anche per le politiche pubbliche. Chi opera nelle strutture di governo delle Fondazioni ha quindi la grande responsabilità di assicurare che il patrimonio generato in decenni venga conservato, tutelato e che i frutti di questo risparmio siano indirizzati alla crescita economica e alla coesione sociale delle nostre comunità. Una responsabilità tanto maggiore nel tempo che viviamo, caratterizzato da una perdurante incertezza geopolitica globale e da una fragilità sociale interna, che per alcuni aspetti sembra richiamare quello di cent’anni fa, e che, proprio come allora, necessita di quella volontà di coesione e di capacità di visione del futuro da cui ebbe origine la giornata che, da allora, continuiamo a celebrare”.
“Una celebrazione non formale e che oggi più che mai pone al centro della nostra azione, ancora una volta, e la presenza del Presidente della Repubblica”, Sergio Mattarella. “Un principio universale, che potrebbe, che dovrebbe essere considerato fondante per ogni sistema democratico. Le Fondazioni e le Casse di Risparmio, signor Presidente – ha concluso il presidente dell’Acri – non si sono mai sottratte e non si sottrarranno a questa responsabilità”.