Trasformate 565mila ton materia prima: campagna più lunga per affetto clima

Milano, 28 ott. (askanews) – Mutti conclude in questi giorni la campagna del pomodoro 2024, con 565.000 tonnellate di materia prima trasformata. Si tratta di pomodori tutti di provenienza italiana nonostante le condizioni climatiche particolarmente sfidanti che hanno caratterizzato la scorsa stagione estiva, con un’eccessiva piovosità nella Pianura Padana e, al contrario, una dura siccità al Sud Italia. A fronte, infatti, dei circa 70 giorni in cui, generalmente, si concentra la campagna di trasformazione del pomodoro (da metà luglio fino alla fine di settembre) quest’anno la campagna che si è protratta fino alla fine di ottobre. Un ulteriore sforzo da parte delle oltre 800 famiglie di agricoltori italiani con cui Mutti collabora e che ha deciso di supportare assecondandone i tempi e mettendo loro a disposizione un sistema di incentivi economici straordinari per 7 milioni di euro. “Il 2024 è stato un anno decisamente più complicato del previsto ha commentato Francesco Mutti, amministratore delegato dell’azienda – il più difficile tra quelli affrontati nei 30 anni trascorsi da quando, nel ’94, ho preso la guida dell’azienda ma, insieme alla parte agricola, siamo riusciti a portare a termine la campagna con qualità e passione”.

“Quest’estate siamo stati costretti a interpretare due campagne diametralmente opposte – ha spiegato Massimo Perboni, direttore del servizio agricolo di Mutti – Se da un lato nel Nord le continue piogge hanno portato a tempi estremamente dilatati e rese di campo di gran lunga inferiori rispetto ai volumi medi, nel Sud del Paese la difficoltà è stata quella di gestire una scarsità d’acqua che non si verificava come tale da anni. In questo contesto, ancora una volta abbiamo potuto contare sulla capacità dei nostri produttori. Fidarci dell’esperienza della parte agricola e assecondare i suoi tempi si è rivelata la scelta migliore per portare a conclusione una campagna molto complessa, ma che ancora una volta chiudiamo certi di aver raggiunto gli standard qualitativi prefissati”.

Per valorizzare il lavoro di squadra, Mutti ha deciso di riunire per la prima volta in un unico evento l’intera filiera, dal nord al sud d’Italia, a Reggio Emilia in occasione della 25esima edizione del suo Premio Pomodorino d’Oro, nato per valorizzare la qualità del pomodoro e l’impegno dei migliori agricoltori. Un impegno, quello della filiera, che anche quest’anno è stato riconosciuto e premiato attraverso un ampio programma di incentivi economici – che si aggiungono al prezzo concordato e pagato per il pomodoro – pari a un circa 7 milioni di euro distribuiti lungo tutta la filiera, il più alto mai riconosciuto nella storia dell’azienda. “In un momento così complesso, nel venticinquesimo anniversario del nostro premio, abbiamo voluto che l’evento per la consegna del Pomodorino d’Oro fosse uno solo, come una sola, unica, è la nostra filiera – ha aggiunto Mutti – Ora più che mai è importante proseguire e insistere sulla strada della collaborazione, uniti, perché condividiamo tutti lo stesso obiettivo: portare sulle tavole di chi sceglie Mutti il miglior pomodoro possibile”.

Ad aggiudicarsi il primo posto per il pomodoro tondo è stata l’azienda agricola piacentina Il Giglio di Benzi, di Gabriele Mazzocchi, collaboratrice di Mutti dal 2019 e protagonista negli ultimi anni di un’importante crescita, che l’ha portata dal 25esimo posto del 2020 al primo in soli quattro anni. Per quanto riguarda le varietà del sud, pomodoro lungo e pomodoro ciliegino, i vincitori sono state rispettivamente le aziende agricole di Gianfranco Anzivino, di Troia (FG), e Turco Fortuna, di Lesina (FG). Per il pomodoro datterino, unica delle quattro categorie che vede competere entrambe le filiere, Nord e Sud, ad essere premiata è stata l’azienda agricola di Roberto Brui, di Ferrara.

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