Per sviluppare cooperazione tra le Ig

Roma, 28 ott. (askanews) – Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha accolto una delegazione di Michoacán, uno dei 31 stati del Messico. Guidati dal governatore Alfredo Ramírez Bedolla, 11 rappresentanti di istituzioni politiche e produttori del Cotija, formaggio Dop locale, hanno viaggiato fino alla sede del Consorzio per visitare un caseificio alla scoperta della millenaria tecnica di lavorazione del Parmigiano Reggiano, condividere le esperienze in materia tecnica e di marketing e approfondire la politica dell’Unione Europea sulle Indicazioni geografiche e sono stati ricevuti dal direttore Riccardo Deserti e dal vicepresidente Kristian Minelli.

Il viaggio è stato organizzato su richiesta diretta del Governatore, per rafforzare lo sviluppo dell’economia locale. In Messico, infatti, le IG sono un settore estremamente importante con 18 denominazioni di origine, tra cui prodotti noti a livello internazionale quali la Tequila, il Mezcal, il cacao Grijalva, la vaniglia Papantla, il pepe Habanero e il peperoncino Yahualica. In particolare, Michoacán è uno degli stati con la maggiore diversità e ricchezza agroalimentare: il 30% della quota export del Messico in questo settore è infatti raggiunta da prodotti di quest’area.

“Oggi il Consorzio è un esempio studiato da tante comunità internazionali legate alle IG – ha dichiarato Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano – che puntano a costruire percorsi virtuosi di collaborazione per realizzare un valore per il territorio di origine e le persone che lo abitano. Il Messico ha un potenziale di espansione importante nel settore delle Indicazioni geografiche e può puntare a divenire il catalizzatore di sviluppo per l’intero quadrante latino-americano. Una collaborazione – ha concluso – che può portare al risultato di innalzare anche in quei mercati i livelli di protezione e tutela nell’interesse di tutte le IG mondiali. Continueremo a lavorare perché in tutto il mondo si sviluppino modelli di cooperazione per la gestione del bene comune legato alla denominazione di origine, che devono essere riconosciute come un patrimonio collettivo, slegato da interessi di parte o di singole comunità”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *