Dragani: calo tra il 35% e il 45% rispetto alla raccolta 2022
Milano, 9 ott. (askanews) – Si chiude con un bilancio in chiaroscuro la vendemmia 2024 in Abruzzo: positivo sul fronte della qualità ma con una quantità, seppur maggiore rispetto al difficile 2023, ancora inferiore ai livelli registrati due anni fa.
“Rispetto al 2023, anno in cui la Peronospora aveva causato una riduzione dell’80% rispetto al 2022, quest’anno registriamo un calo medio tra il 35% e il 45% rispetto a due vendemmie fa” ha spiegato Nicola Dragani, presidente del Comitato tecnico del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, evidenziando che “questa tendenza deve far riflettere e spingere i produttori a trovare valide alternative, magari con il supporto di tecnici enologi per capire meglio cosa chiede il mercato e diversificare le produzioni”.
“Quest’anno, in molte aree della regione, la raccolta delle uve è iniziata già nei primissimi giorni di agosto, non soltanto per le basi spumanti ma in generale anche per i vini bianchi fermi” ha ricordato Dragani, spiegando che “con oltre due mesi di temperature eccessive, la maturazione dell’uva è arrivata con largo anticipo e la necessità per i produttori è stata quella di salvaguardare la qualità del prodotto e la freschezza dei vini. Fortunatamente – ha precisato – non avendo avuto precipitazioni violente, i grappoli non hanno subito alcun danno e sono rimasti integri, questo lascia presagire un risultato finale ottimo”.
“La qualità delle uve raccolte in questa campagna vendemmiale è davvero ottima, tuttavia, la quantità è purtroppo ancora molto scarsa” conferma il presidente del Consorzio, Alessandro Nicodemi, sottolineando che “questo non ci scoraggia, anzi, ci spinge a continuare a lavorare sul progetto di promozione e valorizzazione del vino abruzzese in Italia e all’estero, puntando a incrementare sempre di più la reputazione ed il valore dei prodotti regionali sul mercato”.