Cinque aziende fondano Dna Ambiente per ottimizzare il servizio
Milano, 3 ott. (askanews) – Contenitori della differenziata “parlanti”, compostiere digitali, app “intelligenti” per accedere ai servizi di igiene urbana, localizzatori satellitari che monitorano in tempo reale i percorsi dei mezzi di raccolta, software di ottimizzazione potenziati dall’intelligenza artificiale e chiavi virtuali, salvate sugli smartphone, per accedere alle ecoisole. La gestione dei rifiuti si prepara a una rivoluzione digitale. A lanciare la sfida è un neonato polo industriale, che integra cinque aziende – Ambiente.it, Sartori Ambiente, Arcoda, Junker App e Hpa – in una realtà chiamata “Dna Ambiente”.
Questo modello di raccolta dei rifiuti, presentato a Milano nel corso dell’evento Waste Reloaded, punta a promuovere un “aggiornamento” del settore, per superare i limiti e le inefficienze dell’attuale “versione” di gestione dei rifiuti urbani, evolvendo la filiera grazie al meglio dell’innovazione tecnologica made in Italy.
“Le opportunità offerte dalla nostra attuale tecnologia possono avere una grande applicazione nel settore ambientale – sottolinea Alessandro Vistoli, Ceo di Ambiente.it – Per questo abbiamo avuto l’intuizione di aggregare sotto un unico cappello competenze, esperienze e soluzioni, creando un vero e proprio ecosistema che offre al settore un’automazione completa. La nostra proposta costituisce la base degli strumenti necessari per una vera e propria rivoluzione digitale, in forte discontinuità con il passato, che permetterà agli operatori del settore ambientale di raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità, richiesti a gran voce dalla comunità e dalle nuove generazioni”.
Ma come sarà, dunque, la raccolta dei rifiuti urbani del futuro? In questo nuovo “ecosistema digitale”, intanto, i cittadini acquisteranno una sempre maggiore centralità, in quanto primo anello di una filiera circolare che necessita di essere alimentata da una differenziata di qualità.
Per aiutarli in questo compito, potranno contare su tutor digitali “smart”, che li aiuteranno a separare e valorizzare tutti i rifiuti prodotti, ma anche a prenotare in un tap ogni genere di servizio a chiamata, autocertificare la propria compostiera (anch’essa digitalizzata), segnalare disservizi o casi di degrado urbano e abbinare alla propria utenza i contenitori della differenziata.
Questi ultimi non saranno più dei contenitori colorati. Saranno realizzati in in polipropilene riciclato e soprattutto saranno “parlanti”. Verranno infatti dotati di un tag in grado di comunicare a distanza la reale produzione di rifiuti di ogni utenza e permettere, quindi, un calcolo più equo della tariffa puntuale. A ogni passaggio, gli operatori li “interrogheranno” grazie a un apposito lettore portatile, collegato con una “control room”, dove verranno tracciati in modo completo e automatico tutti i dettagli sulle attività di raccolta rifiuti: dalla rilevazione geolocalizzata degli svuotamenti al tracciamento GPS dei percorsi effettuati dai mezzi.
I dati raccolti serviranno ad assicurare una piena compliance agli obblighi normativi di Arera e al tempo stesso consentiranno anche di ottimizzare in automatico tutte le varie fasi di gestione dei rifiuti. L’intelligenza artificiale sarà preziosa, ad esempio, per evitare inefficienze nei percorsi dei mezzi di raccolta, riducendo il chilometraggio e le emissioni di CO2 e consentendo un migliore impiego della forza lavoro.