“Decenni di prediche sul mercato unico e ora parlano di atto ostiile”
Roma, 1 ott. (askanews) – Critiche alla Germania per la gestione del caso Unicredit-Commerzbank da esponenti europei e economisti, assieme a rimostranze da fonti del governo a Roma. Ne scrive il Financial Times, che nella maggior parte dei casi lascia l’anonimato sulle fonti salvo il governatore della Banca centrale della Grecia, Yannis Stournaras secondo cui quella delle aggregazioni trans frontaliere in Europa “non va vista come una questione politica ma una questione tecnica. Non dovrebbe avere importanza se si tratta di una banca tedesca o italiana. Quello che conta è che sia una banca europea forte”.
Nel mirino c’è l’esplicita presa di posizione del cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che ha parlato di manovra “ostile” alla quale Berlino si oppone. Nel corso di settembre Unicredit ha prima preso una partecipazione del 9% sulla banca tedesca, successivamente con una ulteriore mossa a sorpresa – sulla prima c’è pure una divergenza di vedute se il governo tedesco fosse a conoscenza o meno della questione – ha alzato questa quota al 21% chiedendo alla Bce e l’autorizzazione a poter salire fino al 29,9%.
Berlino si è mostrata esplicitamente ostile anche dopo le prese di posizione negative viste da opposizione e ambienti sindacali.
Il FT cita “un ex commissario europeo” secondo cui si evince “una certa contraddizione tra il supporto tedesco per la creazione di un campione europeo come Airbus e l’attuale atteggiamento sulla situazione di Unicredit-Commerzbank”. Peraltro secondo questo ex commissario “è difficile trovare argomentazioni” contro questa manovra se al tempo stesso “il governo tedesco è seriamente favorevole all’integrazione e all’unione bancaria”.
Il quotidiano britannico cita poi un esponente di primo piano degli ambienti del governo italiano (usa il termine “cabinet minister”) secondo cui l’approccio tedesco risulta “ipocrita” visto la recente acquisizione di Ita (la ex Alitalia) da parte di Lufthansa. “La Germania è sempre stata europea, ci hanno fatto per decenni prediche sull’Unione bancaria e il mercato unico. Sulla carta noi (governo Meloni) siamo i nazionalisti”, ma quando Commerzbank, una entità tedesca, diventa bersaglio per una impresa italiana “allora lo chiamano atto ostile”.
Viene poi citato “un diplomatico europeo” secondo cui l’atteggiamento tedesco stride con i propositi che ci si sarebbero dovuti aspettare dopo il recente rapporto sulla competitività presentato da Madrio Draghi, molto incentrato sull’integrazione europea.
E critiche che arrivano anche da un economista tedesco, il direttore della ricerca dell’istituto Kiel, Stefan Kooths secondo cui la posizione di Berlino “fa dubitare che capiscano cosa significhi mercato unico e unione dei mercati dei capitali”. Le imprese, aggiunge, “non hanno passaporti”.