Terzo appuntamento, venerdì 27 settembre, alle ore 20, per l’autunno cameristico nel complesso di San Michele, che vede al fianco del direttore artistico Francesco D’Arcangelo la Fondazione Carisal presieduta Domenico Credendino. Saranno il critico musicale Stefano Valanzuolo e l’Ensemble Cecile ad immaginare un viaggio tra i compositori di cui quest’anno si celebrano gli anniversari
Terzo appuntamento, venerdì 27 settembre, alle ore 20, per la rassegna “San Michele in musica”, cinque incontri tra musica, arte e gusto, che nasce dalla consolidata sinergia tra Salerno Classica di Francesco D’Arcangelo e la Fondazione Carisal che accompagna da tempo le attività culturali dell’associazione Gestione Musica nel suo progetto sovvenzionato dal MIC e regione Campania legge 6.
Da quest’anno la proposta musicale si è arricchita con i cinque appuntamenti cameristici, ospiti della Sala del Cenacolo del “Complesso monumentale San Michele” che accoglie importanti attività di mostre unendo arte e musica.
Un cartellone, che dopo le applaudite performance dei pianisti Antonio De Cristofano, Alessandro Marano, del clarinettista Giuseppe Cataldi, con l’ensemble Salerno Classica e “I Solisti di Cosenza”, per due importanti confronti, tra Busoni con Chopin e Beethoven, celebrerà venerdì, attraverso l’illuminata parola del critico musicale Stefano Valanzuolo tutti i compositori legati tra loro in quest’anno da date in calendario.
“Cosa tiene insieme le raffinate melodie classiche di Fauré con le struggenti atmosfere boeme care a Smetana? E il pathos evocato da Puccini con il sorriso insinuante di Mancini e della sua Pantera rosa? – si chiede Stefano Valanzuolo – Niente, appunto, se non una serie di coincidenze da calendario. E un filo rosso di collegamento che aspirasse a essere colto, coerente e storico sarebbe, forse, poco credibile. Il testo che accompagna “Anniversaires”, allora, non ha pretese filologiche e men che meno didascaliche. E’, piuttosto, un pre-testo giocoso che all’ascoltatore offre un’ipotesi di ascolto inaspettata, irriverente magari nei confronti di se stesso, ma non sicuramente della musica. Non è un concerto nel senso consueto del termine, quello che prende forma intorno alla celebrazione dei vari anniversari, ma un divertissement cameristico, reso surreale a tratti dalle incursioni di un presentatore molto sopra le righe”.
Sarà l’Ensemble Cécile composto da Selene Pedicini e Miriam Bisceglie al violino, Michela Coppola alla viola, Giovanna D’Amato al violoncello e Antonia Valente al pianoforte, insieme all’autore e voce recitante, Stefano Valanzuolo, ad accompagnarci in questo viaggio musicale.
Si inizierà dall’Allegro Moderato, ultimo movimento del Quintetto per pianoforte e archi op.89 in Re minore, composto da Gabriel Fauré, in un lungo arco di tempo che va dal 1887 al 1906, autore del quale si celebra il centenario della morte. Questo finale è un rondò-sonata, il cui tema ritornello è proposto dal pianoforte, per essere ripreso dagli archi e, infine, ancora dal pianoforte in ottave spezzate. Una pagina giocosa che sintetizza le diverse combinazioni degli altri movimenti del quintetto, che non prevede uno Scherzo, sfruttando al contempo le risorse di una densa polifonia e l’iridescenza di un pianoforte cristallino.
Si passerà, quindi, al protagonista di questo 2024 Giacomo Puccini, del quale verrà eseguito il quartetto “Crisantemi”, un meraviglioso cameo, una riflessione sulla morte danza, che medita e consola con la leggerezza della scrittura in origine quartettistica, accompagnandoci, certo, in alcuni momenti di tristezza, ma rivestendoli di melodia, di suoni delicati, di voci raccolte in un’atmosfera di ricordo commosso.
Puccini lo scrisse nel 1890, in occasione della morte di Amedeo di Savoia, duca d’Aosta, figlio dell’allora re d’Italia Vittorio Emanuele II, in una sola notte. L’impasto sonoro lasciò un segno tale nello stesso Puccini che, il compositore utilizzò la musica dei Crisantemi nell’ultimo atto della sua prima opera di grande successo, Manon Lescaut, nella scena in cui i due amanti, Manon e Des Grieux, sono abbandonati al loro destino nella deserta landa della Louisiana e la musica diviene simbolo dell’espressione impetuosa del dolore sublimato.
E siamo a Bedřich Smetana, il caposcuola della rinascita musicale ceca, del quale festeggeremo i duecento anni dalla nascita, attraverso il primo movimento, Moderato assai, del piano trio in Sol minore op.15, datato 1855. E’ questa un’opera tragica, a tratti elegiaca, a tratti funebre, di grande impatto emotivo, ispirato dalla prematura scomparsa della figlia Bedriska, di soli quattro anni e mezzo di età. Smetana in questa opera guarda principalmente a Franz Liszt per l’ampia gestualità tematica, la ciclicità e al contempo, la densa scrittura pianistica e l’andamento rapsodico. Un solo grave di violino apre l’opera, venendo successivamente ripreso e rielaborato da cello e pianoforte. Il tema iniziale viene riproposto più volte poi, nei tre movimenti, in forma variata, ritmica e armonica, fungendo da collante. Uno sviluppo dal carattere drammatico sottende, quindi, ad una palpabile tensione emotiva, resa ancora più intensa dall’inframezzarsi all’interno del discorso musicale di spunti solistici legati ai diversi strumenti.
Non poteva mancare Ferruccio Busoni, anche lui celebrato per i cent’anni dalla nascita, con lo scherzo dal Concerto per pianoforte e quartetto d’archi KV80, un lavoro giovanile del 1887, un’opera che mostra poche premonizioni delle caratteristiche delle composizioni mature di Busoni, ma persegue, piuttosto, i modelli biedermeier, con delle sfumature personalizzate, con questo Scherzo lirico che ricorda Schubert, dimostrazione di abilità compositiva, inclusa la raffinata interazione tra il pianoforte e gli archi.
Finale a sorpresa con Henry Mancini del quale festeggiamo il centenario della nascita con due temi che sono nel sentire di tutti, Moon River e The Pink Panther con cui entrò di diritto nella sfera dei grandi compositori del cinema contemporaneo, contribuendo non solo alla creazione di uno standard che ripercorreva gli stilemi orchestrali e narrativi e umoristici del grande musical di Broadway, ma arricchendolo di quel rinnovato modo di intendere la musica per immagini che con ironia e leggerezza cercava di indagare l’animo umano dagli anni ’50 in poi, per quindi dedicarsi all’accompagnamento del povero ispettore Clouseau, in cui i molteplici colori orchestrali ne mettono in risalto le stravaganti doti investigative, speziato dall’ironia e dalla spensieratezza necessarie per affrontare un nuovo mondo musicale, tutto da scoprire.
Prossimo appuntamento: Il 4 ottobre sarà la giovane e splendida voce del soprano Giulia Lepore con l’Ensemble “Belle Epoque saloon Orchestra” con il Maestro Paolo Scibilia in doppia veste di pianista e direttore, ad offrire al pubblico l’Omaggio a Puccini, allargato a ciò che si eseguiva nei cafè chantant d’inizio Novecento frequentati dal genio toscano, evocando anche la grande amicizia con Tosti, ed eseguendo pagine poco conosciute di Buzzi, Peccia, Poldini, Billi, Graziani, Arditi, Gounod e Lehár, prima di ritrovarsi a tavola, presso il circolo Canottieri Irno per un menù particolare dedicato a Giacomo Puccini.
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