“Negli ultimi giorni, l’Agenzia delle Entrate ha fatto recapitare, nell’area comunicazioni del cassetto fiscale dei contribuenti, un invito ad aderire al Concordato Preventivo Biennale; scelta assolutamente legittima se non fosse che, in un punto della comunicazione, si ricorda come l’articolo 34, comma 2, del decreto legislativo n. 13 del 2024 preveda che “L’Agenzia delle Entrate e il Corpo della Guardia di finanza programmano l’impiego di maggiore capacità operativa per intensificare l’attività di controllo nei confronti dei soggetti che non aderiscono al concordato preventivo biennale o ne decadono”. È vero che la comunicazione riporta testualmente quanto sancito dall’articolo già citato, tuttavia quel rimando – peraltro in grassetto – nel contesto della comunicazione, appare totalmente fuori luogo, se non addirittura minaccioso, soprattutto se si considera che la comunicazione dovrebbe essere orientata alla compliance”. Lo affermano Francesco Cataldi e Leonardo Nesa, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.

“Ricordiamo all’Agenzia delle Entrate – sottolineano i vertici dell’associazione di categoria – che l’adesione al Concordato Preventivo Biennale è una opzione per il contribuente, non un obbligo e a tal riguardo l’articolo 6 del D.Lgs. 13/2024 è molto chiaro. Il contribuente deve essere libero di poter scegliere se aderire o meno, senza la pressione di velate minacce, che si pongono agli antipodi di un rapporto collaborativo tra fisco e contribuente e dell’idea stessa di fisco amico”.

 

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