Investimento da 70 mln, 62mila posti pallet che potrebbero salire a 180mila

Milano, 24 set. (askanews) – Un investimento iniziale di oltre 70 milioni di euro per il più grande polo del freddo del Centro-Sud Italia. E’ stata posta la prima pietra a Ferentino, nel Frusinate, del magazzino logistico automatizzato di NewCold, operatore globale specializzato nella logistica del freddo, che avrà come principale cliente Froneri, multinazionale del gelato nota per marchi come Maxibon, Nuii e Coppa Del Nonno. Una partnership tra le due aziende già consolidata, che porterà alla creazione di 150-200 posti di lavoro e avrà, al termine della prima fase, nel 2026, 62.000 spazi pallet in 40 metri di altezza, con una movimentazione giornaliera di circa 6-7mila pedane.

“Quella che portiamo qui a Ferentino è una strategia che con Froneri abbiamo già testato in altri Paesi, in Europa ma anche in Australia e America – ci ha detto Luca Quaresima, country manager Italia di NewCold – Questa partnership potrà dare un boost a entrambe le aziende: NewCold potrà sviluppare il proprio business col leader del mercato dell’ice cream italiano e allo stesso tempo Froneri potrà continuare a investire sulla propria crescita. E in questo caso si creerà un circolo virtuoso anche per tutto il territorio”. “Parliamo di un progetto innovativo per tutta la logistica del freddo italiana – ha aggiunto Quaresima – che è molto frammentata, con player a gestione familiare che non hanno l’interesse o la possibilità di investire in innovazione”.

Il polo del freddo di Ferentino, dove Froneri ha la sua sede legale e un impianto con 13 linee di produzione e 430 dipendenti tra diretti e indiretti, “assume un’importanza rilevante per il nostro livello di servizio – ha spiegato Pietro Monaco, global head of operations di Froneri – perchè Newcold al suo interno avrà anche altri competitors, del gelato e non, e potrà rispondere più reattivamente ai clienti retail. Ma c’è anche un altro vantaggio: l’ottimizzazione logistica. Ci sarà un notevole abbattimento di Co2 perchè quando si carica un camion con prodotti di produttori diversi si ottimizzano al massimo gli spazi. Ottimizzazione dei costi e riduzione della Co2 alla fine significano possibilità di vendere di più perchè quanto più veloce sei a consegnare un prodotto al retailer tanto più alta è la probabilità di vendere quel prodotto”.

L’investimento di Newcold guarda a un mercato, quello del freddo, che nel nostro Paese è cresciuto negli ultimi anni. Solo il comparto gelati nel retail oggi vale circa un miliardo e mezzo, in crescita dell’8% rispetto al 2023. E se si allarga lo sguardo a un periodo più lungo, dal 2016 (anno di ingresso in Italia di Froneri) al 2023 la crescita è del 63,1%. In questa prima fase, NewCold ha investito più di 70 milioni di euro, con Froneri “anchor customer” dell’azienda olandese, con un contratto a 10 anni. Ma quella che si chiuderà nel 2026 è solo una delle tre fasi di sviluppo del progetto che si stima avrà a regime 180 mila posti pallet. Per il gigante olandese del freddo si tratta di un nuovo investimento in Italia dopo quello di Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza, destinato a diventare, una volta completato nel 2027, il più grande hub di stoccaggio alimentare d’Europa e il magazzino di Borgorose. “Il perché sta nel fatto che l’Italia è lunga e stretta a differenza di altri Paesi europei – ha sottolineato Quaresima – e per ottimizzare stoccaggio e distribuzione si sono resi necessari due hub con quello di Ferentino che sarà il riferimento per la logistica di tutto il Centro-Sud”.

Investimenti come questo hanno anche una forte ottimizzazione dell’impatto ambientale. L’innovazione energetica consentirà di utilizzare il 50% di energia in meno rispetto ai magazzini tradizionali, sfruttando diverse fonti rinnovabili. E questo, come spiegava Monaco, rappresenta un vantaggio anche per Froneri che beneficerà di un collegamento diretto della fabbrica di Ferentino col magazzino attraverso un tunnel. “Grazie a esso riduciamo del 50% delle emissioni dovute al trasporto, è sicuramente innovativo non solo dal punto di vista dell’ottimizzazione dei processi ma anche per l’impatto ambientale. Questo – hanno spiegato i due manager – rappresenta un passo avanti rispetto all’obiettivo delle due aziende di ridurre le emissioni”. E in futuro “se dovesse andare a dama il progetto nel Frusinate di un polo di produzione dell’idrogeno – ha osservato Quaresima – creeremmo un polo virtuosissimo”. “Un passaggio che interesserà anche Froneri dal momento che per la parte di trigenerazione andremmo a usare l’idrogeno al posto del gas, anche perchè la conversione a idrogeno non ha bisogno di grossi investimenti”.

Per Froneri, che nel 2023 ha realizzato un fatturato di 375 milioni (+15,7% rispetto al 2022) con i suoi due stabilimenti italiani di Ferentino e Terni in Umbria (sui 5,6 miliardi del gruppo a livello globale), il nuovo polo del freddo rappresenta un importante supporto alla crescita, fortemente legata alla private label (rappresenta il 70% del totale fatturato Italia). Un modello di business che, se si considera la frammentarierà del mercato retail e la natura dei consumi in Italia, necessita di un alto livello di servizio. “Il gelato in Italia ha un consumo di impulso perché si vende quando c’è bel tempo, quindi la reattività a situazioni climatiche sempre più incerte e non prevedibili è fondamentale per mantenere alto il livello di servizio – ha spiegato Monaco – E noi con il nuovo centro logistico pensiamo di poter aumentare questo livello. Oltretutto anche i retailer hanno modificato il modo di approvvigionarsi, perchè, complice la pressione fiscale, mantengono basso lo stock e paradossalmente dovremmo consegnare loro ogni giorno un pallet”. Quanto a prevedibilità anche l’estate 2024 non è stata d’aiuto per la programmazione di produzione e consegne. “E’ stata un’estate molto strana, sul totale è andata bene perché abbiamo registrato un aumento delle vendite. Poi noi grazie al fatto che operiamo in due canali, private label e brand, compensiamo la fluttuazione della domanda dal momento che quando il potere di acquisto del cliente scende si alza la quota di pl e viceversa. Questo effetto osmotico in questi anni ci ha salvaguardati”.

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