Codice appalti, convegno promosso da Unione nazionale avvocati enti pubblici
Roma, 23 set. (askanews) – La semplificazione delle procedure d’appalto in taluni settori della Pubblica Amministrazione è ad oggi un obiettivo che si sta tentando faticosamente di raggiungere a causa della stratificazione normativa che troppo spesso mina la certezza delle regole, che è invece il vero antidoto alla burocrazia difensiva. E’ questo in sintesi il messaggio emerso dal convegno che si è tenuto il 20 settembre a Bologna, promosso dall’Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici (Unaep), per fare un tagliando alla Legge Severino, anche alla luce del nuovo codice degli appalti pubblici.
Per la presidente di Unaep, Antonella Trentini, “ciò che da anni sembra in crisi sono i due capisaldi della cultura giuridica, cioè il principio di legalità e il principio di certezza del diritto. Da un lato abbiamo una qualità della produzione normativa sempre più scadente, legata anche al carattere multilevel della governance, che nel collocare la legge all’interno di un sistema di fonti del diritto, estremamente articolato e complesso, di fatto favorisce l’incertezza nell’individuazione delle regole da applicare ai casi concreti. Dall’altro lato, l’introduzione nel nostro diritto di forme “leggere” di legislazione, come la decretazione, trasfusa da noi ad ordinamento invariato con tutti i connessi problemi di compatibilità”.
Per la P.A. il principio della “certezza delle regole”, e di contrapposto anche l’effettività della tutela contro la relativa inosservanza da parte dei detentori dei poteri pubblici, “è uno strumento indispensabile per poter bene operare, così come per i cittadini la “certezza delle regole” rappresenta un fattore di sicurezza, cosicché se questa certezza manca e si sbaglia la pratica per il cittadino significa rimetterci in proprio, per la P.A. oltre al vulnus per la collettività, significa responsabilità erariale, amministrativa, patrimoniale e penale a carico dei dipendenti responsabili”.
Nel suo intervento introduttivo il presidente di Anac, Giuseppe Busia, ha sottolineato l’importanza della legge Severino che “ha consentito all’Italia di guadagnare credibilità anche sul piano internazionale nell’ambito della prevenzione della corruzione” invitando ad “evitare pericolosi passi indietro, che nuocerebbero anche all’attrazione degli investimenti e allo sviluppo futuro, minando la fiducia nelle istituzioni. Occorre interpretare ed applicare le regole anticorruzione in modo da renderle funzionali all’efficienza ed alla creazione del valore pubblico ed è quanto Anac sta cercando di fare, anche affiancando le amministrazioni attraverso la vigilanza collaborativa, per aiutarle ad applicare correttamente la legge, oltre che fornendo pareri e fornendo moduli, schemi e bandi tipo”.
Per il senatore Guido Castelli, Commissario Straordinario del Governo per la Ricostruzione Sisma 2016: “Tra il 2010 e il 2020 la capacità di spesa del sistema Italia ha subito il duplice effetto delle consistenti spending review, che hanno indebolito la Pubblica amministrazione, e del clima profondamente antipolitico di quegli anni. Ne è derivato un ecosistema giuridico che ha moltiplicato norme e regole a tutto discapito della decisione pubblica. Un clima che ha causato una sovrapproduzione normativa che paradossalmente danneggiava la comunità e migliorava i saldi della finanza pubblica. L’arrivo del Covid ha poi determinato una repentina inversione di quella tendenza decennale e con il PNRR è cambiato completamente il paradigma: bisogna spendere, tempestivamente e bene. Ora il governo Meloni sta lavorando per consolidare questa tendenza e favorire un ambiente amministrativo in cui sia favorita la cultura della spesa: una spesa buona e di qualità. Il nuovo codice degli appalti, che esalta il principio di risultato e la fiducia, va in questo senso. Lo stesso dicasi dell’abolizione dell’abuso di ufficio. Ovviamente la capacità di spesa presuppone anche competenza e qualità dei processi amministrativi. Le semplificazioni non bastano, è necessaria anche organizzazione e dotazioni organiche adeguate. La sfida è tutta qui: consolidare gli effetti del PNRR e favorire la spesa buona senza rinunciare ai sacrosanti principi di trasparenza e lotta alla corruzione”.